Centri estetici e parrucchieri, tra irregolarità ed abusivismo
Firenze - Leggera ripresa per le aziende fiorentine del settore “Benessere” (acconciatura, estetica, manicure, pedicure, centri benessere, parrucchieri) che scontano però il grave problema dell’abusivismo, in aggiunta alla generale fase di crisi economica. Dai numeri sull’andamento generale del settore (terzo trimestre 2014, dati Camera di Commercio) emerge che in Provincia di Firenze, in un anno, sono nate 70 nuove imprese del settore, raggiungendo quota 2.285 imprese attive (erano passate da 2.225 del 2012 a 2.215 del 2013 con un saldo negativo di dieci aziende).
Insomma, nel suo insieme il settore regge meglio di altri, grazie però soprattutto alle aziende straniere. Le imprese italiane sono infatti salite da 2.050 del 2013 a 2096 (+17, contro le 2.079 del 2012 e le 2.102 del 2011), mentre quelle straniere hanno registrato un aumento di 24 unità, salendo a quota 189 (erano 165 nel 2013 e 146 nel 2012) e confermando un trend in crescita ormai da alcuni anni. Fra gli stranieri, spiccano, in particolare, le aziende gestite da titolari cinesi, che sono 62, sempre al terzo trimestre 2014.
Ai dati ovviamente sfuggono i sempre più numerosi saloni di acconciatura ed estetica irregolari e non mappati, il cui lavoro ha spesso ripercussioni pesanti sul tessuto imprenditoriale regolare. In questi casi, una politica dei prezzi estremamente aggressiva è spesso indice del mancato rispetto degli obblighi imposti dalle normative vigenti: dal versamento di contributi e oneri previdenziali al pagamento delle imposte, dall’utilizzo di manodopera regolarmente assunta e retribuita secondo i minimi contrattuali, al rispetto di tutti gli adempimenti di natura igienico sanitaria ecc.
Un fenomeno che produce numerosi danni, non solo sulle imprese regolari, che non riescono a tenere il passo e che sono spesso costrette a chiudere, ma anche in termini di costi sociali e, non meno importante, sotto il profilo della salute dei clienti. Il fenomeno, infine, genera il cosiddetto abusivismo di ritorno, quello cioè di chi, espulso dal mercato regolare del lavoro e dopo aver faticato magari molti anni per mandare avanti un’azienda regolare, non trova altra soluzione che chiudere e proseguire improvvisandosi “a domicilio” o in altre formule al confine fra legalità e illegalità.
Per raccogliere le segnalazioni in questo senso e per dare una mano concreta alle aziende in difficoltà, la Cna ha deciso di mettere a disposizione le sedi territoriali, che diventano veri e propri sportelli camerali, in accordo e in sinergia con la Camera di Commercio. Un compito di vigilanza contro l’illegalità, ma anche e soprattutto di aiuto (nel benessere, come in tutti gli altri settori) per chi vuole mettersi in regola, aprire un’azienda in modo regolare, informarsi su leggi e normative.
Grazie a una convenzione stipulata con la Camera di Commercio di Firenze parte dunque il nuovo progetto “CNA- rete di prossimità per le aziende”: un servizio in grado di fornire consulenza gratuita specializzata al fine di orientare le imprese su temi quali l’avvio attività, il credito, i finanziamenti e i bandi pubblici.
Questo progetto e i dati 2014 sulle aziende del settore Benessere sono stati presentati oggi da Franco Vichi, direttore generale Cna Firenze; Gerri Martinuzzi, dirigente dell’Area Servizi di Promozione della Camera di Commercio di Firenze; Patrizia Fioravanti, responsabile Servizi Cna Firenze; Niccolò Manetti della giunta della Camera di Commercio di Firenze, Fabrizio Fallani di Cna Firenze.
«Negli ultimi anni c’è stato un maggiore incremento di attività nel settore Benessere e servizi alla persona, reggendo dunque l’urto violento della crisi – commenta il direttore generale Cna Firenze Franco Vichi – I consumatori non hanno mai smesso di dare importanza al fattore benessere. Ed è anche per capire come investire al meglio in un settore come questo che Cna Firenze mette a disposizione i suoi 18 sportelli sul territorio. Un servizio che, naturalmente, non riguarda solo il “Settore Benessere”, ma ogni ambito del fare impresa».