​Caduta dei capelli maschile: scopriamo i rimedi più diffusi

Redazione Nove da Firenze

È cosa nota il fatto che la caduta dei capelli sia un problema estremamente comune tra gli uomini: i capelli possono iniziare a diradarsi già in età piuttosto giovane e ciò può rappresentare, a livello personale ed emotivo, ben più che un semplice inestetismo.

Le cause della caduta dei capelli nell’uomo possono essere svariate, tuttavia la più consueta è senz’altro quella di natura ereditaria, ovvero la cosiddetta alopecia androgenetica, come confermato da una fonte assolutamente autorevole quale il sito Internet ufficiale del centro tricologico italiano Tricomedit Group.

Per tantissimi uomini, dunque, la caduta dei capelli è semplicemente “scritta” nel proprio DNA, di conseguenza le azioni di natura preventiva sono molto importanti e anche alle soluzioni “post caduta” viene dedicata una particolare attenzione.

Ma quali sono, oggi, i rimedi più gettonati contro la caduta dei capelli? Andiamo subito a scoprirlo, anticipando che le soluzioni non mancano affatto e che la scienza tricologica ha compiuto, negli ultimi anni, dei progressi davvero importanti.

Autotrapianto

Non vi sono dubbi sul fatto che la più grande “rivoluzione” che ha riguardato il settore negli ultimi tempi sia stata l’evoluzione delle tecniche di trapianto.

Più esattamente, la scienza tricologica è riuscita a valorizzare e perfezionare il cosiddetto autotrapianto, tecnica che prevede l’infoltimento delle aree diradate tramite capelli naturali prelevati dall’organismo del medesimo paziente, ovvero dalla nuca e dai lati della testa ( parietali), zone che di norma non sono soggette a caduta neppure nei soggetti geneticamente predisposti.

I punti di forza dell’autotrapianto sono tantissimi: tramite questa tecnica si può ottenere un risultato molto naturale, anche in considerazione del fatto che l’armonia cromatica tra le zone “donor” e quelle infoltite è assoluta. Si può porre rimedio a casi clinici molto diversi, dalla semplice stempiatura fino al diradamento esteso.

L’autotrapianto può essere eseguito con diverse tecniche, da scegliere in base alle caratteristiche del singolo caso clinico; andiamo subito a scoprire le principali.

Autotrapianto FUE

FUE è acronimo di Follicular Unit Extraction e questa tecnica prevede che, dall’area donatrice, siano prelevati dei singoli bulbi utilizzando uno strumento chirurgico apposito denominato punch, un microbisturi a punta cava.

In seguito, i bulbi vengono collocati in delle apposite incisioni precedentemente realizzate nell’area da infoltire.

Autotrapianto FUT

FUT è invece acronimo di Follicolar Unit Transplantation ed è una metodica sicuramente ben distinta rispetto alla FUE.

Nella FUT, infatti, non si prelevano dei singoli bulbi, ma una striscia di cuoio capelluto (strip), dall’area donatrice, che viene sezionata in singoli innesti. Questi innesti sono poi inseriti nelle aree diradate.

Autotrapianto DHI

La tecnica DHI, acronimo di Direct Hair Implantation, è piuttosto simile alla FUE, non a caso è considerata una variante della stessa.

Anche nella tecnica DHI, infatti, i bulbi vengono prelevati singolarmente, tuttavia, in questo caso, non è necessario realizzare preventivamente delle incisioni nell’area da infoltire, dal momento che i bulbi possono essere impiantati in modo diretto.

Tricopigmentazione

Anche la tricopigmentazione si colloca di diritto tra le soluzioni più gettonate dagli uomini che si ritrovano a fare i conti con un diradamento più o meno accentuato.

La tricopigmentazione non è una tecnica di trapianto, né altera l’effettivo numero di capelli presenti sulla testa del paziente, ma dona un effetto visivo analogo a quello di un infoltimento.

Questa metodica prevede infatti l’applicazione, sul cuoio capelluto, di piccoli pigmenti biocompatibili, i quali possono avere sia durata permanente che semipermanente.

Se si opta per la soluzione semipermanente è necessario ribadire il risultato, a distanza di un determinato lasso temporale, con una nuova seduta, e questo può rappresentare un punto di forza: in questo modo, infatti, esso può essere adattato ai cambiamenti morfologici che possono verificarsi, soprattutto nel lungo periodo.

Nella grande maggioranza dei casi, gli uomini scelgono la tricopigmentazione per realizzare il cosiddetto “effetto rasato”, ovvero simulare una capigliatura folta, ma uniformemente rasata a zero, tuttavia questa tecnica sa essere interessante anche per esigenze diverse, ad esempio per coprire un’area ben circoscritta, come può essere una cicatrice.

Patch cutanea

Un’altra soluzione assolutamente diffusa per porre rimedio alla caduta dei capelli è, infine, la cosiddetta patch cutanea, ovvero una sorta di avatar di capelli naturali o artificiali da collocare sulla testa utilizzando degli appositi collanti.

Rispetto alle opportunità menzionate fino ad ora la patch cutanea è sicuramente più invasiva, tuttavia è senz’altro più performante rispetto alla parrucca tradizionalmente intesa.

Se si afferma questo è, fondamentalmente, per due ragioni: l’avatar viene realizzato su misura per il singolo paziente, inoltre è possibile acconciarlo contestualmente ai capelli naturali presenti nella parte inferiore della testa, rendendo così il risultato omogeneo e naturale.