Banti, restano aperte tutte le problematiche sollevate da Idra

Redazione Nove da Firenze

Neanche questa volta si è conclusa la tormentata vicenda dell’alienazione dell’ex Sanatorio Guido Banti che l’Azienda USL Toscana Centro ha posto in vendita, alla quarta asta pubblica in data odierna, ad un prezzo che risulta lontano anni luce dal valore indicato nella Perizia di stima del 2005, anno in cui l’Azienda Sanitaria diede il via alla procedura di vendita con il primo bando d’asta.

Anche quest’asta, come le tre che la avevano preceduta nel 2005, 2010, 2018, è andata deserta. Unici testimoni, stamani presso l’Azienda USL Toscana Centro a San Salvi, della lettura del verbale della riunione, in cui si constata che non sono pervenuti plichi contenenti offerte nei termini stabiliti dal bando di gara, due militanti dell’Associazione Idra.

Continua così l’agonia di un manufatto prestigioso, simbolo della grande architettura razionalista degli Anni Trenta del secolo scorso, nonché testimonianza di un’epoca in cui anche l’interesse privato riusciva ad aprirsi a interventi di carattere “sociale”, evidenti nella Donazione Demidoff del 1935 che mise a disposizione del costruendo Sanatorio le sorgenti di Monte Senario e di Bivigliano, e il relativo acquedotto mediceo, per una finalità squisitamente pubblica e sanitaria, prevedendo anche una quota di fruizione in perpetuo a favore del Comune di Vaglia.

E restano aperte tutte le problematiche che da tempo, ed anche di recente, l’Associazione Idra ha evidenziato ai soggetti pubblici coinvolti nella vicenda, e che vale la pena di richiamare brevemente:

Si aprono, a questo punto, sottolinea Idra, ulteriori dubbi sui prossimi scenari: si paventa che possa essere ripetuta la procedura a trattativa privata già sperimentata, per quanto ci risulta, dopo la seconda asta. Una procedura che aveva portato ad un contratto preliminare per una cifra largamente superiore a quella battuta oggi, peraltro, salvo poi veder naufragare l’operazione per il mancato avverarsi di condizioni sospensive non ben conosciute, in relazione alle quali Idra ha chiesto – letta la relazione conclusiva di una Commissione d’inchiesta della Regione Toscana finalizzata alla verifica delle operazioni immobiliari delle aziende sanitarie toscane - chiarimenti agli organi competenti.

E’ evidente che, in questo caso, la base economica di partenza sarebbe certamente ancor più irrisoria rispetto al valore stimato del bene, e l’appetibilità potrebbe essere incrementata da ampie concessioni in materia di ‘destinazioni d’uso’, considerata la pendenza delle procedure approvative del Piano presso il Comune di Vaglia.