Aree interne: lo sconcerto dei sindaci toscani sul documento nazionale
“Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa [..] oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività”: così è riportato nel nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne 2021-2027 approvato dal Ministro per le politiche di coesione. “Queste Aree” – si legge – “non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”. Questo passaggio sta sollevando forti reazioni tra molti Comuni italiani e anche in Toscana si registra un profondo sconcerto.
“Come coordinatore di un’Area interna e delegato di Anci Toscana, mi sento profondamente amareggiato nel leggere queste parole”, commenta Giacomo Santi, sindaco di Volterra e delegato di Anci Toscana alle Aree interne. “Definire le nostre comunità come destinate a un ‘declino cronicizzato’ significa abbandonarle, tradendo il senso stesso delle politiche di coesione. Questo approccio, per quanto travestito da realismo, suona come una resa istituzionale. Le Aree interne non sono territori da accompagnare con rassegnazione verso il tramonto, ma realtà vive, ricche di risorse umane, ambientali e culturali che aspettano solo di essere valorizzate con investimenti concreti, visione strategica e politiche coraggiose. Il nostro compito è quello di rivendicare dignità, futuro e pari diritti per chi ha scelto e continua a scegliere di vivere e lavorare in questi territori”.
“Il paradigma che si nasconde dietro questo approccio è inaccettabile”, fa eco Luca Marmo, sindaco di San Marcello Piteglio e delegato di Anci Toscana alle politiche per la montagna. “Se è vero che il saldo naturale dei nostri territori è negativo per ovvie ragioni di struttura demografica, è anche vero che il saldo migratorio mostra interessanti segnali di controtendenza, segno evidente che il valore aggiunto delle aree interne si dimostra forte e attrattivo. Tutto questo mentre il CNEL lo scorso 26 giugno ha lanciato « un appello per trasformare le aree interne italiane in motori di sviluppo sostenibile, sociale ed economico, approvando un documento di osservazioni e proposte nel quale vengono individuate misure per invertire i processi di spopolamento, fragilità e marginalizzazione che colpiscono oltre 4.000 Comuni italiani, abitati da più di 13 milioni di persone».
Serve una visione lungimirante di sviluppo, bisogna investire in infrastrutture e servizi, promuovere politiche che incentivino il ritorno dei giovani, rafforzare la cooperazione tra Comuni e valorizzare le specificità locali. Come Anci Toscana continueremo a impegnarci al massimo perché tutti i Comuni possano cogliere le migliori opportunità. Dalla Strategia regionale per le Aree interne alla progettazione europea non smetteremo di adoperarci perché non si può negare il futuro a intere comunità”.
"Le conclusioni del Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne parlano di 'declino ormai irreversibile' e di 'accompagnamento' per le aree con struttura demografica 'compromessa'. Più che un Piano sembra una sentenza di morte. Come responsabile Aree Interne del PD Prato, e come cittadino che vive e opera quotidianamente in questi territori, rifiuto categoricamente questa visione di rassegnazione" dichiara Giovanni Morganti.
"Le Aree Interne sono luoghi vivi, ricchi di potenziale, che meritano politiche attive di sviluppo, non di contenimento passivo. Lo stesso PSNAI - continua Morganti - riconosce che l'inversione del processo di marginalizzazione non può avvenire esclusivamente mobilitando risorse finanziarie, ma facendo convergere piani e progetti sui servizi, nello sviluppo locale, nelle infrastrutture e nel capitale umano".
"L'attuale maggioranza regionale toscana, guidata da Eugenio Giani e dal PD, sta già operando con impegno attraverso la legge sulla 'Toscana Diffusa' e azioni concrete mirate. In vista delle prossime elezioni regionali chiediamo ai partiti del centrodestra quale sia la loro posizione rispetto alla strategia proposta dal governo Meloni: intendono presentarsi ai cittadini dei nostri territori proponendo di rassegnarsi a un destino di inevitabile declino, limitandosi ad accompagnare lo spopolamento?”.
"Come PD proponiamo quattro pilastri fondamentali" continua Morganti. "Il primo riguarda una fiscalità di vantaggio strutturale, ovvero un sistema di agevolazioni fiscali per imprese e liberi professionisti che operano nelle aree interne, per incentivarne presenza e sviluppo. Il secondo pilastro prevede un bonus edilizio specifico per le aree interne, un incentivo regionale integrativo ai bonus statali per ristrutturazione sismica e risparmio energetico delle prime case, con criteri equi basati sul reddito". "Il terzo elemento" prosegue il responsabile dem "riguarda una gestione attiva della fauna selvatica attraverso piani di controllo mirati per ungulati e un approccio responsabile per il lupo, con prevenzione danni, indennizzi adeguati e interventi di gestione attiva. Infine il quarto pilastro prevede un trasporto pubblico potenziato con abbonamento gratuito per studenti residenti nelle aree interne, aumentando la frequenza dei mezzi e migliorando i collegamenti".
Per il finanziamento Morganti propone il riconoscimento del valore economico dei servizi ecosistemici delle aree interne. “È giusto che le grandi città contribuiscano al benessere di chi preserva questo patrimonio attraverso una compensazione territoriale. Il Partito Democratico di Prato è convinto che le aree interne rappresentino la chiave per una Toscana più forte, equilibrata e sostenibile. Siamo pronti a lottare per questo futuro" conclude il responsabile Aree Interne dei dem pratesi.