Allarme colombacci: danni all’agricoltura toscana

Redazione Nove da Firenze

FIRENZE, 12 settembre 2025 – “Aver tolto il colombaccio fra le specie sottoposte a controllo, era e resta un grave errore per tutta l’agricoltura toscana. I danni alle aziende agricole sono ingenti, e non presunti, come abbiamo ricordato nelle scorse settimane”. Ad evidenziarlo è Sandro Orlandini presidente Cia Toscana Centro, commentando la serie di problemi causati negli ultimi mesi da colombacci in particolare, ma anche piccioni e tortore.

Le colture più prese di mira dalla voracità del colombaccio sono il mais, sorgo, ceci e girasoli, altre colture primaverili ed ortaggi, ma anche l’uva – utile per dissetarsi – sono sotto attacco di piccioni, colombacci e tortore. Cia Toscana Centro e Cia Toscana avevano chiesto alla Regione Toscana una revisione del Piano Straordinario con l’inserimento del colombaccio e che venga messo nelle specie cacciabili nei giorni di preapertura della stagione venatoria”.

“Nel 2024 ho avuto il 100% di danni da attacchi da colombacci nella coltivazione di 1,5 ettari di cavoli a testa (e anche cavolo nero) per danni alla vendita di 80 mila euro, cifra che incide fortemente sul bilancio aziendale. Un solo colombaccio riesce a mangiare 50-60 piantine di cavolo in 2-3 minuti, pensate quando ne arrivano in gran numero” sottolinea Andrea Pagliai, agricoltore di Bagno a Ripoli (Firenze). “Il problema è aumentato quando la Regione Toscana ha tolto il colombaccio dalle attività di controllo, considerando anche che ormai questa specie in Toscana non è più migratoria ma è stanziale, presente tutto l’anno.

Per cui servono provvedimenti”. E in questa stagione come è andata? “Un po’ meglio per quanto mi riguarda – aggiunge Pagliai – ma solo perché ho messo in campo una serie di contromisure: cannoni dissuasori, avvisatori acustici, petardi. E il danno è stato del 30% sul raccolto. Ma senza tutte queste difese (che hanno fatto alzare di non poco i costi aziendali) avrei avuto il raccolto totalmente distrutto come lo scorso anno, e come succede regolarmente a tante aziende che non hanno potuto attivare questi sistemi di difesa.

“L’azione di controllo svolta da Polizia Provinciale, guardie volontarie e cacciatori non è però sufficiente – evidenzia Orlandini -. Il colombaccio non è stato inserito dalla Regione Toscana nell’elenco delle specie previste dal Piano straordinario per la gestione e contenimento della fauna selvatica (delibera n 54 del 27/01/2025)”.

“Si tratta di un problema serio che colpisce gli agricoltori in gran parte della Toscana – sottolinea il presidente di Cia Toscana, Valentino Berni – con difficoltà ancora più gravi come nelle campagne fiorentine e dell’Empolese Valdelsa. Abbiamo fatto presente questa nuova emergenza all’assessore regionale e auspichiamo soluzioni in tempi brevi. E’ un momento complicato, con ancora danni da selvaggina, ma non solo più ungulati che creano una situazione drammatica, ma anche, da un paio di anni, il colombaccio che fa danni importanti in tutta la Toscana”.