Sull’uscio di cucina: le cipolle di Caterina

Redazione Nove da Firenze

Ma chi l’ha detto che la soupe d’oignons l’abbiano inventata i francesi? Eh no, siamo stati noi, proprio noi fiorentini. Il nome deriva dal greco ’karabos’ che era un’imbarcazione a forma di guscio dalla quale prese il nome la zuppiera nella quale veniva servita la zuppa. Quando andò in sposa ad Enrico di Valois, futuro re di Francia, Caterina de’ Medici, nota anche per l’amore per la buona cucina, portò con sé oltre alla sua ricca dote, alcune ricette fiorentine che divennero ben presto parte integrante della tradizione culinaria francese, tra cui la carabaccia.

Introdusse anche l’uso della forchetta, ma questa è un’altra storia. Rispetto alla ricetta originale che prevedeva zucchero, abbondante cannella, mandorle e agresto, oggi ci si limita a pulire e tagliare delle cipolle a fettine sottili e a metterle in un recipiente di terracotta a rosolare con dell’olio d’oliva. Si cuoce lentamente a recipiente coperto per mezz’ora, aggiungendo un po’ d’acqua. Salate, pepate, versate abbondante brodo e continuate la cottura a recipiente scoperto per un’altra mezz’ora.

Mettete nelle scodelle di portata alcune fette di pane abbrustolito cosparso di abbondante pecorino stagionato e versateci sopra la zuppa calda. E fin quando nessuno dimostrerà il contrario, ricordiamoci che quando ci offrono una raffinatissima soupe d’oignons ‘l’è roba nostra’! Grazie Caterina. Ingredienti per 6 persone

Vanessa Bof