''Nessuna Pietà'': canzoni e testi raccontano le grandi tragedie dell’umanità

Redazione Nove da Firenze

Il progetto “Nessuna Pietà” (Adriano Salani Editore spa, Gruppo editoriale Mauri Spagnol) nasce da un disco in cui le canzoni illustrano i più tragici aspetti della storia dall’Ottocento ad oggi. La scelta di abbinare un libro al cd musicale appare particolarmente azzeccata: le poesie, i saggi ed i racconti si riferiscono ad ogni singola canzone, ne integrano i contenuti e aiutano a rinvigorire la memoria su alcuni dei più oscuri ed atroci momenti storici dell’umanità. Il binomio “letteratura/musica” si rivela estremamente efficace: oltre a stimolare la riflessione, rappresenta un valido strumento di informazione e di approfondimento sui grandi temi che Marco Vichi (autore dei testi delle canzoni) e Nicola Pecci (che ha curato le musiche) hanno deciso di affrontare sotto lo pseudonimo di “Dago” (in questo modo venivano chiamati con disprezzo gli emigranti negli Stati Uniti all’inizio del Novecento). Numerosi i nomi del panorama musicale e letterario italiano che hanno deciso di aderire al progetto.

Possiamo così ascoltare Pierò Pelù in grande forma che interpreta con la sua profonda voce la splendida “Grande Spirito”, canzone che affronta il tema dello sterminio dei pellirossa, oppure Ginevra di Marco che si cala alla perfezione tra le righe di “Eterna Memoria”, canzone che riporta alla memoria la condizione degli schiavi d’America. Ottimo anche Cisco, che riesce a rendere suo l’inno “Popolo Sovrano”, dedicato alla terribile realtà dei gulag, ed un inedito Stefano Bollani, che interpreta in modo assai personale “Addio Amore”, angosciante lamento di un nuovo emigrante africano che lascia la sua terra per cercare fortuna in Europa. “Nessuna Pietà” non è una banale operazione commerciale, è qualcosa di più: un accorato invito ad informarsi e riflettere, per non dimenticare mai. In fondo è proprio vero, come scrive Carlo Lucarelli nell’introduzione del libro che accompagna il cd musicale: “La musica e la poesia, le canzoni, quando si riempiono di retorica diventano celebrazioni e sono un ottimo anestetico.

Riempiono la testa e il cuore come una palla di gomma e finisce tutto lì…”. “Ma quando sono senza pietà, quelle canzoni, quando raccontano tutto ma proprio tutto, anche quello che fa male e soprattutto quello, allora sono un’altra cosa..”. “E’una freccia, quando viene lanciata nel modo giusto e con lo spirito giusto, al centro del suo bersaglio, prima o poi, ci arriva”. Il CD

Il libro Massimiliano Locandro