Commercio: nel secondo trimestre difficoltà soprattutto per piccola distribuzione e prodotti no food

Redazione Nove da Firenze

Fi 15-09-2008- Decisamente in affanno il settore commerciale della Toscana che archivia il secondo trimestre 2008 con il peggior risultato degli ultimi tre anni: -2,2% le vendite al dettaglio rispetto allo stesso periodo del 2007. Il calo toscano risulta, tuttavia, più contenuto rispetto al dato nazionale (-2,8%) e leggermente superiore a quello della macroarea Centro (-2,0%). La nota arriva dall'Osservatorio regionale sul commercio, relativa al secondo trimestre 2008, a cura di Unioncamere Toscana e Regione Toscana In termini dimensionali, la crisi dei consumi interessa soprattutto le piccole (1-5 addetti) e le medie strutture di vendita (6-19 addetti) con pesanti perdite di fatturato (rispettivamente -5,3% e -4,1%).

L'unico dato positivo è quello della grande distribuzione (oltre 20 addetti) che con una crescita del +1,5% dimezza tuttavia la performance del trimestre precedente. Sotto il profilo merceologico, nel periodo aprile-giugno 2008, solo gli esercizi non specializzati (ipermercati supermercati e grandi magazzini) hanno avuto un aumento degno di nota (+2,0%), superiore a quello dello scorso anno (+1,7% nel II trimestre 2007) e di poco inferiore al risultato del trimestre precedente (+2,6% nel I trimestre 2008).

Tra gli esercizi specializzati, si acuisce il trend negativo per le vendite di prodotti non alimentari, con un -4,2% in Toscana. Nello specifico, le perdite hanno interessato i settori: abbigliamento e accessori (-5,0%); prodotti per la casa ed elettrodomestici (-3,9%) e altri prodotti non alimentari (-4,0%). Stabili, invece, le vendite di prodotti alimentari (-0,1% a valori correnti), contrariamente a quanto avvenuto su scala nazionale (-4,1%). Le difficoltà congiunturali si ripercuotono anche sulle aspettative da parte degli operatori che tendono ad orientarsi verso un diffuso pessimismo - sia riguardo alle vendite che agli ordinativi - coinvolgendo, per la prima volta, anche la grande distribuzione, pur sempre la più dinamica.

Ciò può essere indotto anche da un accumulo di scorte, cresce infatti la quota di imprese commerciali che ritiene le proprie scorte in esubero.