Fondi strutturali: in Toscana meno 40% di risorse per lo sviluppo

Redazione Nove da Firenze

Tutti con il fiato sospeso per la prossima mandata di Fondi strutturali europei. Al Convegno organizzato da Anci Toscana nella giornata di oggi a Firenze, si cerca di delineare assieme agli amministratori locali e regionali e agli esperti Anci quali potranno essere le prossime mosse della Commissione europea sul proprio bilancio e soprattutto come si dovrà comportare il sistema locale toscano di fronte all¹unica certezza: la diminuzione netta delle risorse in seguito all¹allargamento a 25 stati di Eurolandia.

150 i partecipanti al Convegno ³Fondi strutturalli europei. Un¹opportunità per lo sviluppo locale?² che si è tenuto al Palaffari a partire dalle 9 di stamattina. ³La tendenza dell¹Unione ­ afferma Albino Caporale, responsabile programmi intersettoriali e integrati della Regione Toscana ­ è quella di diffondere meno risorse e più raccomandazioni². Ma il punto vero è: quanto ci costa l¹allargamento? Secondo i dati che la regione sta preparando la diminuzione dei fondi andrebbe dal 32 al 49%, i dati del ministero parlano invece di una diminuzione del 40% da 7 miliardi a 4,5 mililardi di euro NELLE REGIONI OBIETTIVO 2 (Centro Nord più Abruzzo e Molise ed esclusa la Sardegna) tra Fse (Fondo sociale europeo), Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).

³L¹Anci deve lavorare per sviluppare un percorso che porti ad un¹intesa insteristitutizionale sui fondi ­ ha affermato durante il convegno Francesco Monaco, responsabile dell¹Anci nazionale per le politiche comunitarie ­ ed è necessario che i sindaci trovino uno spazio dove esprimere la propria posizione politica sui Fesr che può essere la XXa assemblea dell¹Anci che si terrà a Cagliari dal 19 al 22 ottobre². ³Con la diminuzione dei fondi ­ ha concluso Monaco ­ è ovvio che bisogna concentrare i nostri obbiettivi su alcuni temi o territori ben determinati, compiere quindi delle scelte precise.

Queste scelte devono essere però fatte dal territorio non possono essere compiute solo dai ministeri a Roma. Per la divisione dei compiti tra livello locale e nazionale lo strumento legislativo esiste: è il titolo V della Costituzione che però deve essere ancora applicato nella sua interezza².

³Si alla concertazione con gli enti locali ­ ha detto invece l¹assessore regionale Riccardo Conti ­ ma non si può non prescindere da una strategia regionale, poiché altrimenti si rischia di mancare gli obiettivi di Lisbona e della nuova programmazione comunitaria investendo su cose non strategiche².

³Nella Toscana ci sono due grandi rappresentazioni sulle quali bisogna puntare la nosta capacità di programmazione ­ dice ancora Conti ­ sono la Toscana urbana che segue la direttrice dell¹Arno, da Arezzo fino al mare, e tutto il resto che è la Toscana rurale. Seguendo queste due direttrici è necessario trovare il modo per stare tutti in un sistema regionale istituzionale ed economico con la pianificazione partecipata bottom-up ma anche con la programmazione strategica top-down².