Per la Settimana della Cultura Scientifica un nuovo ciclo d’incontri dedicato al grande scienziato toscano e al suo formidabile cannocchiale

Redazione Nove da Firenze

Firenze – Il primo cannocchiale di Galileo (1609) era capace di 3 soli ingrandimenti. Bastarono però pochi mesi per portarlo a 20. E fu grazie al più potente strumento dell'epoca in Europa, che lo scienziato pisano fece le sue straordinarie scoperte astronomiche, arrivando perfino a calcolare l’altezza delle montagne della Luna. Ecco cosa accadeva quando l’Italia era tecnologicamente all’avanguardia.
L’iniziativa si svolge nel contesto della XV Settimana nazionale della Cultura Scientifica e, per l’occasione, sarà replicata sabato 19 marzo, alle 11 e alle 15.00.
Come sempre, sarà un attore in costumi seicenteschi a fare da guida nelle sale del Museo che custodiscono gli strumenti originali del famoso scienziato al quale si fa risalire la nascita del pensiero scientifico moderno.


Nel corso dell’incontro i visitatori avranno modo di conoscere aspetti noti e meno noti dell’astronomia galileiana, partendo dalle osservazioni della Luna, dalla scoperta delle macchie solari, dei satelliti di Giove e delle fasi di Venere, prima conferma sperimentale delle teorie copernicane.
Come noto, la scoperta che avrebbe procurato a Galileo fama immortale fu quella, nel gennaio del 1610, dei quattro satelliti di Giove. In omaggio alla dinastia che governava la Toscana, lo scienziato li chiamò Astri Medicei.

Cosimo II lo ripagò nominandolo Matematico e Filosofo del Granduca di Toscana.