La crisi investe anche le imprese cinesi: tanti ritornano in Cina
Si riducono le imprese cinesi che fino all'anno scorso riempivano i capannoni ai confini della città, nell'area dell'Osmannoro e vicino a Campi Bisenzio. E' in crisi il settore manifatturiero cinese tanto che molti cinesi tornano in Cina e trasformano le aziende in import export, magari facendosi dare una mano da italiani, non necessariamente fiorentini. Capannoni che fino a un anno fa contenevano 51 imprese, ora ne contengono 20, come l'ex Fioravanti che oggi conta 18 imprese anziché 48. Nel Comune di Sesto si registra un calo di attività lavorativa cinese del 25 per cento Sono dati che emergono dalla ricerca presentata oggi nel corso del convegno promosso dall'assessorato all'immigrazione "La lontananza vicina, la vicinanza remota" che si è tenuto questa mattina in Palazzo Vecchio e a cui hanno partecipato, oltre all'assessore Marzia Monciatti, Don Momigli, Francesco Carnevale e Fabio Capacci del Dipartimento igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro della Asl, il console cinese Li Runfu e Stefania Collesi presidente del quartiere 5.
"Emerge la consapevolezza che si apre una fase nuova - ha sottolineato l'assessore Monciatti- che riguarda la comunità cinese. Si affaccia una crisi che cambia le cose in un panorama di miglioramento complessivo della condizione dei cinesi nella nostra città". Oltre a situazioni critiche, la ricerca ha evidenziato anche un miglioramento delle condizioni di sicurezza in seguito alle azioni operate sui fattori di rischio. Sono stati messi a norma gli impianti elettrici, è stato ridotto l'uso delle bombole a gas per la cucina e soprattutto sono stati fatti interventi per separare il lavoro nei capannoni dall'abitazione.
Rimane comunque il fatto che lo spazio del capannone si configura non solo come luogo di lavoro, ma anche delle relazioni sociali più significative, una sorta di villaggio urbano in cui anche si vive. Per effettuare la ricerca sono state fatte circa 60 interviste, 27 delle quali sono andate in profondità. Parallelamente sono state esaminate 13 realtà produttive. I dati sono stati elaborati ed incrociati con altri provenenti da altre fonti istituzionali come l'Anagrafe, la camera di commercio, la Questura, la Asl, il provveditorato agli studi e dalle associazioni impegnate direttamente con l'immigrazione cinese.
Quindi sono stati aggiunti anche i dati della ricerca sul campo. Tutto per un anno, alla fine del quale è emerso che la popolazione cinese nella provncua fiorentina è attualmente composta da 11.339 cittadini con regolare permesso di soggiorno, di cui fino all'ottobre 2003 quasi 4000 soggiornavano nel comune di Firenze. La ricerca attesta anche un incremento dell'attività imprenditoriale che fino al marzo 2003 indicava 702 attività, di cui 501 nel solo comparto manifatturiero, a fronte delle 175 registrate nel 1995.
Ma questi dati sono, come già detto, di nuovo in calo. Il trend attuale è infatti quello di un decremento del numero delle imprese e di una crisi che mina l'imprenditorialità cinese. La ricerca dà anche dei suggerimenti e propone degli orientamenti. Primo fra tutti la realizzazione di strutture di servizio alle imprese, la ricerca di migliori condizioni di collaborazione fra imprese cinesi e imprese italiane, la promozione di programmi di innovazione, qualificazione dei prodotti, cooperazione.
Secondariamente, bisogna pensare la collaborazione dei comuni confinanti, quelli in cui l'immigrazione cinese è maggiormente presente e riguarda un piano guida con attrezzature urbane di servizio. Ad esempio servizi di prossimità come uno sportello informativo polivalente , spazi interculturali per la ristorazione, dopo scuola, spazi gioco per l'infanzia.