Presentata una “guida pratica” per l’igiene alimentare dell’Arsia

Redazione Nove da Firenze

FIRENZE- Garantire il massimo della sicurezza alimentare senza che questo danneggi prodotti tipici e lavorazioni tradizionali o si traduca in appesantimenti burocratici insostenibili per gli operatori del settore agro-alimentare. E’ questa la sfida che la Regione Toscana ha da tempo raccolto, con risultati che la propongono ormai come un modello di riferimento sul terreno della lotta per la genuinità e la salubrità. Lo ha ricordato ieri mattina l’assessore all’agricoltura, Tito Barbini, intervenendo alla presentazione di una “guida pratica” curata dall’Arsia che illustra tutti gli obblighi di legge riguardanti l’igiene dei prodotti agroalimentari, con un linguaggio non da specialisti, tanto che le indicazioni pratiche sono anche affidati a un fumetto.

“Siamo certamente una regione leader per quanto riguarda le produzioni agroalimentari di qualità nel rispetto delle tradizioni e dell’ambiente – spiega l’assessore – La Toscana però si segnala anche per il numero elevato di prodotti con marchi riconosciuti a livello comunitario e rigorosamente controllati, per la fitta rete di laboratori specializzati in analisi alimentari, per la scarsa rilevanza delle violazioni in materia di sicurezza alimentare. Tutto questo si è tradotto in un patrimonio di fiducia nei confronti dei prodotti toscani e in questo senso sono assolutamente significative vicende come quella della Bse, che di fronte ad una generale riduzione dei consumi di carne hanno visto una crescita della domanda per la nostra chianina.

Questo patrimonio non è però acquisito una volta per tutte, non si può vivere di rendita. E anche sporadiche violazioni possono nuocere gravemente all’immagine delle nostre produzioni, così come a quella della nostra ospitalità agrituristica. Per questo sono importantissimi anche strumenti di divulgazione che mettano tutti gli operatori in grado di sapere cosa deve essere fatto, orientandosi tra norme e regolamenti spesso carenti in chiarezza”. Tutto questo con la forte consapevolezza di dover rispondere alle esigenze di igiene e salubrità, senza che queste vadano a scapito della diversità, la varietà e la tipicità delle produzioni.

“Piuttosto – spiega ancora Barbini – siamo convinti che la sicurezza alimentare non richieda solo controlli e repressioni delle violazioni, ma un pieno coinvolgimento di tutto il mondo dell’agricoltura. Ancora di più: penso che la sicurezza alimentare, e più in genere la qualità, possa essere il concetto chiave su cui costruire un nuovo ‘patto’ tra produttori e consumatori. E la Toscana è senz’altro il miglior banco di prova per dimostrare che questo patto può ‘tenere’, a vantaggio di tutti”. E’ questa la prospettiva con cui da tempo la Regione ha emanato le direttive per il rilascio delle autorizzazione sanitarie e fatto sue le “linee guida” elaborate dall’Arsia.

La stessa prospettiva con cui si è favorito l’introduzione di sistemi di autocontrollo nei principali settori produttivi, sostenuto lo sviluppo delle produzioni certificate, richiesto la deroga alle normative europee per 66 prodotti.