18 luglio: “From Global to Glocial”
FIRENZE Gli accordi di Kyoto hanno fissato obiettivi tutt’altro che irrealistici, tanto che rispetto ad essi la Toscana, con il suo piano regionale energetico, ha deciso di puntare ad una riduzione dei gas serra in atmosfera superiore di ben il 30 per cento. Tutto questo nella consapevolezza che i protocolli firmati in Giappone non possono essere cancellati o ridimensionati, ma semmai rafforzati, per la salute del pianeta e per la qualità di vita di tutti. Forte dell’esperienza costruita con il suo “modello energetico” la Toscana intende proporre questa richiesta alle realtà impegnate per una globalizzazione più democratica, più equilibrata, più rispettosa dell’ambiente, nell’ambito della manifestazione From Global to Glocial che si terrà il 18 luglio nella tenuta di San Rossore.
“La questione delle mutazioni climatiche e dell’impegno per l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica – spiega il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini – rappresenta un tema decisivo per l’economia e per l’ambiente.
Per questo siamo convinti che gli accordi di Kyoto debbano essere rispettati, vincendo le resistenze in questo senso di paesi che, non a caso, contribuiscono in maggior misura all’ ‘effetto serra’, come gli Stati Uniti e il Giappone. Ma siamo convinti anche che si debba tenere nella massima considerazione quanto gli scienziati stanno affermando sull’insufficienza degli obiettivi fissati a Kyoto e che quindi ci si debba proporre traguardi più ambiziosi. Non è un’utopia, esistono alternative concrete e praticabili in grado di garantire gli equilibri ambientali senza pregiudicare l’economia”.
In questo senso la Toscana si è già dotata di uno strumento previsto da Kyoto, ovvero l’Inventario delle sorgenti di emissione, in pratica una mappa dettagliata dell’inquinamento atmosferico, presupposto fondamentale per ogni intervento di risanamento della qualità dell’aria. Ed è sulla base dei dati dell’Inventario che i gas serra in Toscana sono stimati in 43.3 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Sulla base degli obiettivi definiti a Kyoto la Toscana dovrebbe impegnarsi ad una riduzione nell’ordine del 6,5 per cento, pari a circa 7 milioni di tonnellate l’anno.
Il Piano energetico regionale porta invece a 10 milioni le tonnellate che potranno essere risparmiate ogni anno. Un obiettivo che la Toscana si propone di raggiungere grazie alla razionalizzazione dei consumi e alla diffusione di fonti rinnovabili quali l’eolico, il solare fotovoltaico e le biomasse. Tutto questo con investimenti per oltre 4 mila miliardi nell’arco di 10 anni e una nuova occupazione, tra stabile e temporanea, per oltre 20 mila unità.
“E’ questa esperienza che intendiamo portare a San Rossore – ricorda ancora Martini – per dimostrare che l’economia può far sue molte delle ragioni di chi si oppone a questa globalizzazione e che l’ambiente e l’energia pulita non sono solo un vincolo, ma anche una straordinaria opportunità di sviluppo”.
Ai nomi di Ivan Illich, Vandana Shiva e Edward Goldsmith, si sono aggiunti - tra coloro che porteranno al convegno la loro testimoninza - quelli di Victor Menotti, direttore del programma dell’ “International Forum on Globalization”, e di Walden Bello, professore di sociologia all’Università delle Filippine e co-direttore di “Focus on the global South“, uno dei principali centri di elaborazione intellettuale dei movimenti anti-globalizzazione.
Sul fronte delle istituzioni e dei governi locali, hanno assicurato la loro partecipazione al meeting Gunn Marit Helgesen, (Regione di Telemark, Norvegia), vice presidente della Crpm, la Conferenza delle regioni periferiche marittime, Joao Guerriero, presidente della Regione dell’Algarve (Portogallo) e della Commissione intermediterranea della Crpm, e Tony McKenna, membro del Tipperary County Council (Irlanda) e vicepresidente del Comitato delle Regioni a Bruxelles.
“Queste nuove adesioni – ha commentato il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini – sono la prova che la nostra iniziativa va nella direzione giusta: favorire cioè il dibattito e il confronto fra tutti coloro che sul piano della ricerca, ma anche della concreta azione di governo, si pongono il problema di uno sviluppo armonico, equilibrato e nel segno dei diritti”.