Diventa una S.r.l. l'Azienda agraria provinciale di Mondeggi Lappeggi
La nuova forma di gestione è stata deliberata ieri sera dal Consiglio provinciale, che la ha ritenuta la più adatta a gestire al meglio e con vera autonomia questa attività economica storicamente incardinata nella Provincia, che la detiene ormai dal 1964.
La Giunta provinciale è stata delegata a curare gli adempimenti necessari a consentire il trasferimento dell'Azienda alla S.r.l. e la sua continuità operativa.
A favore della nuova forma societaria hanno votato le forze della maggioranza: Ds, Pdci, Ppi, Democratici e Verdi.
Contrari i consiglieri di Rifondazione mentre si sono astenuti quelli di Fi e An.
E' stata respinta la proposta di Rifondazione di inserire tra gli obiettivi della Società l'organizzazione di corsi di alta specializzazione nei settori vitivinicolo e olivicolo, la promozione dei prodotti agricoli e la conservazione delle biodiversità peculiari del territorio provinciale. Respinta anche l'altra proposta di Rifondazione di automatico rientro nel patrimonio provinciale dei beni della società nel caso di una sua liquidazione.
Le nuove importanti prospettive aperte dalla nuova forma di gestione sono state illustrate al Consiglio dal vicepresidente della Giunta provinciale, Piero Certosi.
A garanzia dell'operazione, ha detto Certosi, vi è il fatto che tutto il capitale sociale è della Provincia. Il vicepresidente ha poi assicurato che non verrà meno nessuno dei posti di lavoro dell'attuale azienda.
La Giunta è partita dall'idea di dare l'azienda in comodato gratuito a privati, poi ha esaminato la possibilità di venderla, ora approda alla S.r.l., ha obiettato Piero Parotti di Rifondazione. Che garanzie ci sono che anche questa operazione non approdi in futuro al passaggio di tutto ai privati? Deve restare l'uso chiaramente pubblico, il personale deve restare dipendente della Provincia e non venire trasferito alla Società.
Proprio per il personale, ora legato all'azienda da contratti agrari, la costituzione della Società rappresenta, a giudizio di Fabrizio Bandinelli, dei Ds, la premessa per un corretto inquadramento.
Con la nuova forma di gestione sarà poi possibile definire una quadro esatto della situazione e dei costi di Mondeggi e riprendere il dibattito sul suo destino sulla base di elementi conoscitivi certi.
Stessa valutazione anche da parte di Fabio Filippini, di Fi: con questo primo passo si fa chiarezza, i dipendenti escono da un limbo, nel futuro sarà possibile prendere delle decisioni con cognizione di causa.
Giovanni Vignoli (Ppi) ha chiesto l'apertura di un confronto su Mondeggi con il sindaco e con il consiglio comunale di Bagno a Ripoli, "che devono poter dire la loro".
Di "compromesso ben vagliato anche sul piano legale" ha parlato il capogruppo di An Enrico Nistri, per il quale il patrimonio dell'azienda agraria deve essere conservato e valorizzato, perché Mondeggi Lappeggi può ancora svolgere una funzione positiva.
L'S.r.l.
non risponde ad un obiettivo definito, serve solo a liberare l'azienda dai suoi vincoli. Questa la critica del capogruppo di Rifondazione, Eugenio D'Amico, che si è chiesto poi perché non venga accettata la proposta di fare di Mondeggi un grande centro di formazione, proposta fra l'altro in linea con le dichiarazioni rese pubblicamente dal presidente Gesualdi.
Immediata la replica dello stesso Gesualdi. Per la formazione c'è un altro punto di riferimento, l'Agenzia formativa: sarebbe sbagliato mettere in campo un soggetto diverso.
Sottolineando che il futuro di Mondeggi sarà comunque deciso dal Consiglio, Gesualdi ha affermato che senza un aggiornamento della forma di gestione la sorte dell'azienda sarebbe segnata. La Giunta sta lavorando intensamente per la valorizzazione dell'attività, ha poi ricordato il presidente, che si è infine dichiarato in prima fila nella tutela dei diritti dei lavoratori.