Il caso "Alice": una riflessione di Idra sull'"Alta Velocità" a Sesto

Redazione Nove da Firenze

Già due anni fa, alla Conferenza di servizi del 28 luglio '98 sull'Alta Velocità, l'Amministrazione di Sesto Fiorentino assumeva un preciso impegno, previa delibera del Consiglio Comunale: il trasferimento dell'Asilo Nido Alice in "una struttura prefabbricata idonea ad ospitare, per tutta l'intera durata dei lavori, le sezioni dell'asilo". Le cronache attestano che invece l'Asilo Nido Alice è sempre là, nonostante che i cantieri siano stati aperti a ottobre del '99: e da allora hanno impunemente disseminato polveri, smog e rumore sul Nido Alice.
"C'è voluta la mobilitazione dei genitori e dei cittadini per ottenere che le barriere anti rumore venissero rialzate -afferma un documento dell'all'Associazione di volontariato Idra- e che qualche rara misurazione del rumore venisse effettuata (per scoprire poi che i rumori erano, e come!, al di sopra del consentito).

Anche sulle deroghe ai limiti di rumorosità consentita, in un primo momento concesse con generosità, il Comune pare aver fatto retromarcia: ma questo non è stato sufficiente a impedire che i bambini ricevessero i danni pudicamente e tardivamente documentati dall'ARPAT. L'ASL ha avuto modo di confermare, nero su bianco, che il Nido Alice non doveva rimanere lì: ma sembra essere rimasto un ammonimento di carta. All'istanza formale di Idra per ottenere informazioni e spiegazioni il sindaco non ha ancora risposto.

Ha scritto invece una lettera ai genitori del Nido, l'8 maggio scorso, in cui riferisce sull'esito della riunione di sabato 6 maggio con assessori, CAVET e ARPAT. "Abbiamo concertato con i rappresentanti del Consorzio l'allontanamento dei lavori di scavo e di perforazione dalla struttura dell'asilo. L'impegno è che al massimo giovedì 11 i suddetti lavori verranno spostati ad almeno 150 metri dall'asilo, abbattendo così l'impatto della rumorosità. Oltre all'allontanamento, verranno presi altri accorgimenti quali la sostituzione di alcuni macchinari e l'attivazione anche di barriere antirumore mobili per le macchine allontanate".

Peccato che venerdì 12 maggio, dopo alcuni giorni di disagi - ci è stato riferito - persino intensificati, i genitori abbiano registrato che niente di sostanziale era cambiato. E che quella garanzia dei 150 metri di rispetto non compariva neppure nel testo dell'ordinanza del sindaco!
Si impone una riflessione, a questo punto.
Una riflessione sulla credibilità residua di questa Amministrazione.
Le conseguenze più preoccupanti che hanno prodotto in questi primi mesi di cantieri TAV le condotte del sindaco, dell'Istituzione e degli assessori competenti sono l'"incertezza del diritto" e la certezza del danno.

Da una parte abbiamo genitori e cittadini che non sanno più a cosa servono le delibere, gli "impegni" e le ordinanze. Dall'altra abbiamo la logica spietata dei caterpillar, che può dispiegarsi praticamente senza ostacoli là dove - se gli accordi non si osservano e i controlli si lesinano - appare vigere licenza di danno.
Ricordiamo che ancora oggi del monitoraggio delle polveri da parte dell'Agenzia pubblica di controllo (l'ARPAT) si parla e basta, mentre della verifica dei livelli di inquinamento chimico non si parla nemmeno.
Idra si domanda: quale autorevolezza deriva da tutto ciò a un sindaco e a un'Amministrazione che dovranno gestire nei prossimi mesi e anni un'opera dagli impatti assai più complessi e pesanti di questo primo e già terribile "assaggio"?
0uale affidabilità c'è da attendersi per il futuro, sulla base di queste premesse?
Ciò che Idra teme è, ancor più che il danno sanitario e ambientale, le conseguenze morali che possono derivare alle istituzioni da un protrarsi, nei confronti della cittadinanza, di condotte come quelle osservate in questi mesi.
Ciò che Idra più teme è che, insieme a quella per gli amministratori, possa svilupparsi una pericolosa disaffezione per le istituzioni democratiche nelle quali sono depositate le speranze legittime dei cittadini".