Le prime firme? Del presidente della Commissione Europea Prodi e dell'arcivescovo di Firenze Piovanelli

Redazione Nove da Firenze

In calce all'appello lanciato oggi dal presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti, per dar vita alla sezione italiana della Fondazione Transmediterranea dell'infanzia. La Fondazione, che ha gia' tre sezioni nazionali (in Algeria, Francia e Spagna) e' nata dall'incontro tra l'associazione algerina "Enfance et Familles d'Accueil Benevole", fondata da Temi Tidafi e impegnata nell'accoglienza dei bambini abbandonati appena nati, e la Confederazione europea "Enfance, Accueil, Adoption" per promuovere e tutelare i diritti dei bambini in tutta l'area del Mediterraneo: una grande iniziativa umanitaria perche' i bambini del Mediterraneo possano entrare nel nuovo secolo come figli della pace e possano essere accolti come il segno per eccellenza di un futuro di pace.

"Noi intendiamo aderire a questa Fondazione - ha detto Chiti - e intendiamo oggi promuoverne con questo appello la sezione italiana". Obiettivo dell'iniziativa, che potrebbe trovare la sua sede naturale a Firenze (citta' della pace, del dialogo, dell'incontro delle civbilta' e delle religioni, secondo la grande intuizione di Giorgio La Pira) e' quello "di unire con un ponte di pace le due rive del Mediterraneo". In questo fine secolo, ha ricordato Chiti, "abbiamo assistito a molti conflitti, che hanno segnato il Medio Oriente e i Balcani, e a un terrorismo che, in Algeria, in nome della religione ha seminato morte in maniera illimitata.

Chi ha pagato il prezzo piu' alto di questa violenza - ha proseguito Chiti - sono stati i bambini, che hanno sperimentato sulla loro pelle la tragedia di guerre che non avrebbero mai voluto vedere e a cui mai avrebbero voluto partecipare, sia pure come inermi protagonisti". Stare dalla parte dei bambini e' quindi, per Chiti, stare dalla parte della pace.
Anche nel Mediterraneo la pace ha il volto dei bambini, che chiedono la fraternita', non sopportano l'odio e domandano agli adulti, a chi ha responsabilita' di governo di non arrendersi mai alla logica della guerra e della violenza".