Costruire il commercio del futuro

Redazione Nove da Firenze

A poco più di un anno dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale nell'aprile del 1998, la "Legge Bersani" di riforma del commercio diventa una realtà per oltre 25 mila aziende nella sola provincia di Firenze, grazie ai provvedimenti attuativi emessi dalla Regione con legge e direttive del 17 maggio. Confesercenti ha realizzato uno studio dal titolo "Costruire il commercio del futuro", che, attraverso commenti ed approfondimenti, si propone come una guida semplice alla comprensione e all'applicazione della legge da parte delle imprese. Il nuovo quadro normativo rappresenta una trasformazione radicale della rete distributiva fino ad oggi, ma è anche la ratificazione formale di cambiamenti già da tempo in atto nel settore, sia per quanto riguarda le caratteristiche che per le dimensioni degli esercizi commerciali.

In Toscana, il commercio rappresenta una realtà importante con quasi 110.000 aziende attive nel 1997. Il settore ha però evidenziato una tendenza sempre più accentuata alla trasformazione: caratterizzato storicamente da piccoli esercizi a carattere individuale, negli ultimi anni non solo il numero delle cessazioni è prevalso rispetto a quello delle nuove aperture, ma mentre queste ultime hanno riguardato soprattutto centri commerciali e supermercati, le cessazioni hanno riguardato le ditte individuali. Nel complesso, la riforma rappresenta una semplificazione amministrativa rispetto alla vecchia Legge 426 del 1971, e prevede maggiore programmazione nello sviluppo e nella riorganizzazione del settore del commercio.

Queste le principali novità introdotte: scompare l'obbligo di iscrizione al Registro Esercenti il Commercio; i settori previsti vengono ridotti a 2, alimentare e non-alimentare, e 3 sono le tipologie di esercizio, in relazione alla superficie e all'ampiezza del Comune di riferimento. Ampio spazio è poi lasciato dalla Legge agli interventi di Regioni e Comuni, circa la programmazione e la distribuzione delle aziende sul territorio per dimensioni e caratteristiche, oltreché per la formazione e il rilascio delle autorizzazioni per le grandi strutture.

Diventa facoltà dei singoli operatori comunali inoltre, stabilire l'orario di apertura degli esercizi, compreso tra le 7 e le 22, con un tetto massimo di 13 ore giornaliere, nel pieno rispetto della politica dei tempi di ogni città.l futuro