Spiritual Guards di Jan Fabre

La mostra inaugurata oggi in piazza della Signoria e Palazzo Vecchio, a maggio al Forte di Belvedere. Nardella: “Firenze all’avanguardia per l’arte contemporanea in spazi pubblici. Una mostra dedicata al Belgio colpito dal terrorismo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 2016 14:24
Spiritual Guards di Jan Fabre

Al via la mostra Spiritual Guards di Jan Fabre, uno dei più innovativi e rilevanti artisti nel panorama contemporaneo, in piazza della Signoria e a Palazzo Vecchio. Il 14 maggio la mostra si allargherà anche al Forte di Belvedere. 

“Sono convinto – ha dichiarato il sindaco Dario Nardella inaugurando la mostra insieme alle curatrici Melania Rossi e Joanna De Vos e al direttore artistico del progetto Sergio Risaliti - che Firenze si stia affermando come città italiana all’avanguardia per l’arte contemporanea negli spazi pubblici. Non ci interessano iniziative spot ma un progetto continuativo che parta da piazza della Signoria, palcoscenico ideale per ospitare i più grandi artisti del mondo e del tempo presente”.

“Queste opere – ha continuato – ci interrogano sul senso dell’utopia e del metafisico, L’arte è proprio questo: prova a dare risposte al vuoto che l’uomo sente dentro di sé. Ben vengano eventuali polemiche. Il nostro scopo è proprio sconfiggere l’indifferenza e il vuoto. La curiosità, la discussione non possono che far bene all’approfondimento culturale. E mi piace sottolineare che l’artista arriva dal Belgio e con questa mostra noi vogliamo costruire un ponte ideale con un Paese duramente colpito dal terrorismo, un terrorismo che mira ad abbattere uomini ma anche la nostra cultura”.Saranno esposti un centinaio di lavori realizzati da Fabre tra il 1978 e il 2016: sculture in bronzo, installazioni di gusci di scarabei, lavori in cera e film che documentano le sue performance.

In piazza della Signoria sono collocate due opere. Una di queste, Searching for Utopia, tartaruga di eccezionali dimensioni, vicina al monumento equestre di Cosimo I, capolavoro rinascimentale del Giambologna; mentre la seconda, The man who measures the clouds (American version, 18 years older), sull’Arengario di Palazzo Vecchio, tra le copie del David di Michelangelo e della Giuditta di Donatello. In entrambe le opere c’è l’autoritratto dell’artista, nella doppia veste di cavaliere e guardiano, come tramite tra terra e cielo, tra forze naturali e dello spirito.In Palazzo Vecchio ci sono una serie di sculture che andranno a dialogare con gli affreschi e i manufatti conservati in alcune sale del percorso museale del palazzo, in particolare quelle del Quartiere di Eleonora, assieme alla Sala dell’Udienza e alla Sala dei Gigli.

Tra le opere esposte anche un grande mappamondo (2.50 m di diametro) rivestito interamente di scarabei dal carapace cangiante, a poca distanza dal celebre globo conservato nella Sala delle Mappe geografiche, opera cinquecentesca di Ignazio Danti.Il 14 maggio aprirà poi la mostra al Forte di Belvedere, dove tra i bastioni e la palazzina saranno presentate circa sessanta opere in bronzo e cera, oltre a una serie di film incentrati su alcune storiche performance dell’artista.

Collegamenti
In evidenza