Obbligo di indicazione dell'origine del riso e del grano per la pasta

Oggi la firma del decreto. Coldiretti: lo chiedono il 96% dei consumatori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2017 16:51
Obbligo di indicazione dell'origine del riso e del grano per la pasta

Sono stati firmati oggi i due decreti interministeriali per introdurre in via sperimentale, per due anni, l'obbligo di indicazione dell'origine del riso e del grano per la pasta in etichetta. Lo hanno annunciato i ministri delle Politiche e dello Sviluppo Economico, Maurizio Martina e Carlo Calenda, nel precisare che i provvedimenti ricalcano la norma già in vigore da aprile scorso per i prodotti lattiero caseari.

Una notizia molto attesa anche in Toscana dove mediamente vengono coltivati circa 160.000 ettari a cereali dei quali 110.000 a grano; con 90.000 ettari seminati a grano duro e circa 20.000 quelli in cui si coltiva il grano tenero. 3.5 milioni di quintali di grano prodotti. La produzione del grano duro si concentra nella province di Siena, Grosseto e Pisa, mentre ad Arezzo va il primato per il grano tenero, coltivato soprattutto in Val di Chiana. Sono circa 15.000 le imprese agricole toscane che coltivano grano.

'È un passo storico che il Governo italiano ha fatto senza aspettare Bruxelles, spronandola a dare piena attuazione al Regolamento Ue del 2011 - ha detto Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana - puntando così a dare massima trasparenza delle informazioni richiesta dal 98% dei consumatori, tutelare i produttori e rafforzare i rapporti di filiere fondamentali per l'agroalimentare made in Italy''.

Il decreto grano/pasta, in particolare, prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta il Paese di coltivazione del grano e quello dove è stato macinato.

Le indicazioni sull'origine dovranno, inoltre, essere apposte in etichetta in un punto evidente in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili. Quanto alla tempistica, i provvedimenti prevedono una fase di 180 giorni per l'adeguamento delle aziende a nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte.

“L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti – ha detto Antonio De Concilio, direttore regionale della Toscana - che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma - continua De Concilio - l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro”.

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