Una banca d’affari regionale per dare consulenza e credito alle imprese

Regione: Rossi si dice favorevole a sostenere l’idea. Le istituzione, il mondo dell’imprenditoria e anche le banche devono lavorare insieme per lo sviluppo e per il rilancio dell’economia toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 febbraio 2011 15:15
Una banca d’affari regionale per dare consulenza e credito alle imprese

La Toscana che vogliamo” è il titolo dell’iniziativa che si è svolta ieri a Firenze, promossa da Legacoop Toscana per riflettere sul Piano Regionale di Sviluppo 2011-2015 e per discutere delle idee e delle proposte necessarie a far ripartire l’economia regionale. La crisi economica in toscana non è arrivata con il 2008, ma precede questa data di un decennio abbondante. Durante tutto questo tempo il sistema produttivo regionale ha registrato una battuta d’arresto, si è seduto, facendosi forza dei settori trainanti da sempre, come il turismo e i grandi marchi di esportazione.

L’altra parte industriale, che in questi anni ha manifestato una scarsa produttività, è quella della piccola e media impresa, il cui arresto ha generato un sostanziale e diffuso abbassamento dei salari e dei redditi, mortificando il potere d’acquisto di molte famiglie. Con questa premessa Paolo Cantelli, vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza Unicoop Firenze, ha aperto l’incontro ed ha sottolineato che “ i motivi della scarsa crescita della nostra regione, sono riconducibili a un processo di allocazione delle risorse, distorto e in parte inceppato.

Abbiamo tante competenze che si esprimono nella presenza di imprese ad alta tecnologia e si registrano innovazioni tecnologiche sia nelle aziende che nei centri di ricerca. In questo senso- ha specificato il vicepresidenteUnicoop - il territorio di Pisa e Pontedera possono costituire un indicativo esempio, mentre Firenze e l’area centrale ancora segnano il passo.” Nella proposta avanzata da Legacoop per migliorare questo processo di allocazione delle risorse, non basterà un’unica azione ma serviranno tanti piccoli interventi guidati da un solo orientamento.

Stimolare e aiutare chi ha la capacità di fare sviluppo e crescita nel proprio settore. Pertanto occorre individuare alcuni settori strategici, filiere d’imprese, attorno alle quali creare le condizioni per rafforzare le eccellenze toscane, questi settori sono in particolare la moda, la meccanica, il navale, l’agroalimentare, l’energia, i servizi e la logistica. Legacoop sottolinea la necessità della nascita di una volontà e una capacità, da parte delle banche, di aiutare il mondo produttivo facendosi carico, anche in modo diverso, del rischio di impresa.

La ricetta per produrre la crescita e l’espansione dei mercati, secondo il modello proposto, vedrebbe allineati le banche e il mondo imprenditoriale. “Occorrono interventi specifici -ha illustrato Cantelli- quelli di una banca d’affari regionale che individui degli strumenti finanziari ad hoc. Un’apposita merchant bank regionale in grado di dare consulenza e capitale al tessuto di medie imprese di cui è costituita l’economia toscana”. L’idea di una banca d‘investimento per creare sviluppo trova d’accordo anche Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana, che intervenuto alla conferenza ha sottolineato che vi sia “la necessità di proposte concrete per continuare a sostenere il credito delle piccole imprese.

La Regione Toscana, il mondo imprenditoriale e quello finanziario devono accettare la sfida, soprattutto per quanto riguarda il settore manifatturiero. Fidi toscana e SICI - ha quindi aggiunto Rossi- possono rimodularsi per diventare una banca d’investimento ed intervenire nei momenti di crisi, come ha fatto la Regione Toscana fino ad oggi. Gli interessi ci sono da parte di tutti, le istituzione, il mondo dell’imprenditoria, la Legacoop e anche le banche hanno confermato loro disponibilità.” Secondo quanto espresso da Rossi, la nostra regione può candidarsi ad essere un polo logistico importante, tuttavia per questo obiettivo è necessario imprimere un cambiamento del sistema, abbracciando il progetto di una vera logistica toscana costruita sulle sue infrastrutture.

Tutti gli elementi di questo sistema devono dialogare fra loro, abbandonare l’idea che ognuno faccia per sé. Il porto di Livorno e i due aeroporti non possono essere legati esclusivamente alle loro città, ma acquisiscono, in questa ottica, un ruolo strategico. Livorno può veramente diventare un elemento di attrattiva per la regione, svilupparsi come uno degli scali più importanti d’Italia, con elementi di forte competitività nei confronti di altri porti del bacino mediterraneo, come Barcellona.

Rossi ha sottolineato che oggi più che mai la realizzazione della darsena Europa, rappresenta un punto focale per mettere in grado lo scalo labronico di intercettare il traffico internazionale delle navi di ultima generazione che necessitano di fondali idonei e banchine attrezzate. Nell’analisi prospettata nell’ambito della conferenza, tutti d’accordo sul fatto che le infrastrutture, soprattutto quelle viarie, rappresentino l’elemento centrale su cui far partire lo sviluppo economico. Il Presidente della Regione ha affermato in proposito che “il nostro territorio necessita di una viabilità adeguata e non minoritaria rispetto a quella del nord Italia.

Per compiere il salto di qualità –ha detto Rossi- è quindi necessario un dialogo con il Ministro Matteoli, chiedendo lo scioglimento di tutti quei nodi infrastrutturali che bloccano lo sviluppo della toscana”. di Lucia Nappi

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