IL GALLO NERO DIVENTA IL SIMBOLO DI TUTTO IL TERRITORIO.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2005 12:35
IL GALLO NERO DIVENTA IL SIMBOLO DI TUTTO IL TERRITORIO.

Dopo 18 anni vissuti da separati in casa, il Consorzio Vino Chianti Classico e quello del Gallo Nero tornano ad essere una sola struttura. Più forte, più compatta e più rappresentativa di tutto il territorio di quanto lo fosse già nel 1987 quando, per motivi di natura tecnico-legislativa, si dovette ricorrere alla divisione tra due organismi: uno, quello del marchio, rivolto alla promozione e al marketing, l’altro con funzione di tutela e vigilanza. In questi anni le cose sono progressivamente cambiate.

La competizione sui mercati è andata via via crescendo ed il territorio si è progressivamente affermato come una risorsa decisiva delle aree vitivinicole di pregio, tanto da imporsi come elemento centrale nelle strategie del sistema consortile chiantigiano. L’intento generale di questa operazione è infatti quella di rafforzare le politiche di sviluppo e la struttura organizzativa del territorio, favorendo la concentrazione delle risorse e delle capacità decisionali in un soggetto qualificato e di grande capacità operativa.

Già oggi il Chianti è l’area vitivinicola più strutturata d’Europa, con una rete di imprese organizzate in consorzi che si occupano di vino, olio, servizi e con una Fondazione orientata alla valorizzazione culturale ed alla tutela ambientale e paesaggistica. Attraverso la fusione il fulcro di questa organizzazione sarà d’ora in avanti costituito dal Consorzio Vino Chianti Classico, che svolgerà anche le funzioni di promozione sui mercati internazionali prima di competenza del Consorzio del Gallo Nero.

Le assemblee dei soci dello scorso 6 maggio hanno formalmente sancito la riunificazione ed il Gallo Nero è tornato così ad essere il simbolo di tutto il Chianti Classico, l’originaria e la più nobile delle denominazioni del Chianti, che include nel suo territorio nove municipalità comunali tra le province di Firenze e Siena. A testimonianza della sua importanza, ricordiamo che il territorio di produzione del Chianti Classico venne già delimitato nel lontano 1716 dal Granduca di Toscana Cosimo III che ne fissò i confini con uno specifico bando, il primo documento legale nella storia che istituisce la delimitazione di un’area viticola di produzione, una vera e propria denominazione ante litteram. Con questa decisione il sistema vitivinicolo chiantigiano ritorna così ad avere un unico organismo rappresentativo.

Non si tratta di un semplice ritorno al passato ma di una scelta che va letta in una nuova luce, ossia come la volontà di rafforzare il sistema del Chianti Classico, presentandosi al mercato con una sola voce, una sola struttura organizzativa, un solo simbolo. L’obiettivo dichiarato è di “fare sistema”, utilizzando al meglio le risorse disponibili per accrescere la competitività delle imprese della denominazione. In altre parole la riunificazione dei due consorzi è in linea con quanto suggeriscono le maggiori istituzioni nazionali, dal Presidente della Repubblica al Ministro delle politiche agricole al Presidente di Confindustria, poiché questa è l’unica strada che il nostro Paese può percorrere per reggere la concorrenza globale.

Nell’occasione il marchio del Gallo Nero assumerà un nuovo posizionamento sulla bottiglia e subirà un leggero restyling rispetto a quello in vigore dal 1924, anno di fondazione del Consorzio. Il marchio del Gallo Nero verrà infatti inserito all’interno del Contrassegno di Stato (ossia la fascetta rosa che contraddistingue i vini a DOCG) e sarà applicato obbligatoriamente su tutte le bottiglie del Chianti Classico. In questo modo si rafforzeranno i contenuti comunicativi del marchio, poiché il Gallo Nero assumerà chiaramente un connotato identificativo del territorio e di tutta la filiera produttiva. Forte dei suoi 600 associati, con un fatturato medio stimato di mezzo miliardo di Euro (solo per il settore vino) e 260.000 ettolitri di produzione media annua, il Chianti Classico potrà così guardare con più fiducia al futuro, con la consapevolezza di aver adeguato la sua struttura interna per meglio affrontare le sfide del mercato.

Le strategie future del Consorzio si incentreranno non solo sulla tutela e sulla valorizzazione della denominazione, ma guarderanno alle risorse del territorio nel suo complesso, all’innovazione tecnologica ed organizzativa, al rilancio dell’immagine, al consolidamento dei mercati già acquisiti e alla penetrazione sui nuovi mercati asiatici e dell’est europeo. Insomma, una fusione che vuole essere di esempio e tracciare una strada per tutto il mondo agricolo italiano.

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