Servizi alla prima infanzia e piano educativo: riflessioni di Claudio Raspollini, Assessore del comune di Scandicci

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 settembre 2003 17:07
Servizi alla prima infanzia e piano educativo: riflessioni di Claudio Raspollini,  Assessore del comune di Scandicci

Riceviamo dall'Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Scandicci, Claudio Raspollini, e volentieri pubblichiamo.(as) Come ogni anno a Scandicci, abbiamo approvato il piano educativo per i servizi comunali alla prima infanzia. I servizi che contiene finalizzati a questa fascia d’età stanno diventando sempre più importanti ed essenziali per le famiglie e per i bambini stessi, pur essendo tuttora considerati, servizi destinati al parcheggio dei bambini piuttosto che parte integrante di un sistema scolastico articolato e specializzato, che dovrebbe iniziare per tutti, con la nascita ed accompagnare l’individuo durante tutto l’arco della vita. Anche la Riforma Moratti tanto sbandierata per la sua novità e funzionalità, cade in questa superficiale valutazione, tanto che ha rinunciato ad inserire le scuole dell’infanzia nel quadro della scuola dell’obbligo, pur aprendole ai bambini di 2 anni e mezzo. L’importanza fondamentale di questi servizi, si gioca su due fronti, il primo quello educativo, in quanto si comincia a parlare finalmente di percorsi educativi finalizzati al bambino e non si parla più di luogo dove i genitori possono inserire il figlio perché devono entrambi lavorare. L’altro, il fronte della diversità dell’offerta: i genitori lavorano entrambi, spesso ricadono nella flessibilità e nella precarietà del lavoro, per cui diversificare l’offerta dei servizi diventa importante per incrociare la varietà più ampia delle loro richieste ed andare incontro ai reali bisogni della famiglia. Il percorso educativo cominciato in quell’età, attraverso l’educazione alla socialità, capacità sempre più indispensabile per far si che l’individuo sappia, in un mondo complesso ed interculturale, convivere con gli altri; permette inoltre al bambino un inserimento più semplice e funzionale nel proseguo della evoluzione scolastica. Un doppio sguardo quello al bambino ed alla famiglia che ci permette di realizzare soluzioni nuove a nuove esigenze che emergono. Da questo punto di vista Scandicci è all’avanguardia, sia con i nidi tradizionali, sempre più qualificati, ma anche con i centri gioco, gli spazi piccoli e grandi insieme, i nidi d’appartamento. Servizi alternativi dove il bambino viene inserito, anche con i genitori (servizi piccoli e grandi insieme) per costruire la socialità familiare: infatti coinvolgendo genitori e figli insieme ad altre coppie giovani cerchiamo di costruire quella rete di famiglie che forma il tessuto portante della società. Certamente la domanda da parte delle famiglie è pressante, ma stiamo lavorando per rispondere sempre più in maniera completa ed esauriente. Oggi copriamo il 60% delle richieste riguardo ai nidi tradizionali ed il 94 % nei centri gioco, nel giro di pochi anni arriveremo al 100% di entrambi. Se vogliamo ben comprendere la dinamica contenuta nel piano comunale di Scandicci e la rilevanza che l’Amministrazione gli assegna, dobbiamo entrare nella filosofia che ha sottinteso alla trasformazione delle materne comunali che coprivano una fascia d’età compresa tra i 2-6 anni, in percorsi 1-6 anni. Una novità didattica che vede l’inserimento di bambini che hanno un’età compresa tra i 12 mesi ed i 6 anni convivere nello stesso plesso scolastico, laboratori educativi capaci di guardare attraverso la sperimentazione, ad una didattica innovativa che sappia fornire quella continuità e quell’interazione necessaria per lavorare in modo nuovo accompagnando i bambini nell’arco dei primi sei anni di vita. Una scelta rivolta al futuro partendo dalla considerazione che l’uomo posto al centro della società è prima di tutto un uomo sociale, che solo attraverso l’interagire ed il confronto positivo con gli altri riesce a scoprire il proprio sé realizzando e rispondendo così al proprio progetto personale di vita di cui l’educazione ne è l’humus necessario ed indispensabile. Un bilancio positivo ed un impegno che ci vede e vedrà assidui nel far scomparire le liste di attesa nei nidi tradizionali arrivando alla copertura totale delle domande attraverso percorsi virtuosi dei quali poggiamo già oggi le basi, che si fondano su due pilastri quello pubblico e quello privato che non possono essere antagonisti o contrapposti, ma che devono saper dialogare ed interagire fortemente se vogliamo dare risposte ai cittadini. Incentivare l’imprenditoria privata affinché si aprano nuovi servizi, quali nidi domiciliari, nidi professionali, centri gioco, diventa una sfida che l’Amministrazione deve saper cogliere per far si, che al di là dei buoni servizi previsti ed erogati dall’Amministrazione per sostenere la famiglia che inserisce i figli in queste strutture, si possa creare un indotto lavorativo importante sia dal punto di vista economico che educativo.

IL binomio pubblico-privato credo non debba essere sottovalutato, soprattutto laddove il pubblico può rendere disponibili locali ed aiuti all’imprenditoria, non solo per dare risposte ai cittadini, ma soprattutto per liberare risorse da reinvestire nel campo educativo sempre più penalizzato dalle scelte incongruenti e scellerate che lo stato compie in materia di bilancio. Un piano educativo, ambizioso e serio volto a mantenere la nostra città in cima al sistema educativo nazionale, perché aggiunge varietà, innovazione e funzionalità ad un sistema educativo complesso e difficile come quello della prima infanzia. Un sistema, inoltre, che pone le basi di un futuro percorribile per la nostra città in aiuto alle famiglie, ma soprattutto in difesa del bambino, sempre meno considerato e tutelato dallo Stato.

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