Daniele Silvestri domenica primo settembre a Piazza Vittorio Veneto di Sesto Fiorentino – ore 21,30 – ingresso libero

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 agosto 2002 19:10
Daniele Silvestri domenica primo settembre a Piazza Vittorio Veneto di Sesto Fiorentino – ore 21,30 – ingresso libero

A detta di molti è lui il vincitore morale dell’ultima edizione del Festival di Sanremo: con il brano Salirò Daniele Silvestri ha colpito nel segno, conquistando pubblico (il brano è stato uno dei brani più gettonati della stagione estiva) e critica (Premio Sala Stampa Radio e Tv e Premio della Critica al Festivalone della canzone italiana). Dopo le tante date toscane dei mesi scorsi, l’artista romano approda finalmente al pubblico fiorentino: domenica primo settembre Daniele è in concerto in piazza V.

Veneto a Sesto Fiorentino – inizio ore 21,30; ingresso gratuito – per l’ennesimo bagno di folla, ultimo appuntamento della rassegna musicale Sestante, nell’ambito del progetto Sesto d’Estate. Uno spettacolo carico di energia, durante il quale Daniele regala molti brani del nuovo disco “Unò – duè” (prodotto da Enzo Miceli per Panama Music/Epic-Sony Music), senza comunque tralasciare il suo repertorio. Al suo fianco Pietro Monterisi (batteria), Gianluca Misiti (tastiere), Emanuele Brignole (basso), Maurizio Filardo (chitarre), Josè Ramon Caraballo (percussioni).

Romano, classe '68, Daniele Silvestri pubblica nel 1994 il suo album d’esordio, intitolato semplicemente “Daniele Silvestri”. E subito fioccano le prime gratificazioni: vince il Premio Tenco come migliore opera prima dell’anno; fa il bis nel referendum della rivista “Musica & Dischi” (sempre come miglior esordio) e partecipa a “Sanremo giovani” con il brano “Voglia di gridare”, che lo catapulta sul palco del Teatro Ariston. Partecipa nella sezione “Giovani” del Festival di Sanremo 1995 con “L’uomo col megafono”: canta seduto su uno sgabello, mostrando alcuni cartelli colorati con le frasi più significative della canzone.

Si classifica all’ultimo posto, lo stesso piazzamento ottenuto anni prima da Vasco Rossi con “Vita spericolata”. E proprio come successe al Blasco, e ad altri “bocciati eccellenti”, l’ultimo posto si rivelerà foriero di notevoli soddisfazioni: il suo talento viene riconosciuto subito da una giuria di autori, che assegna il Premio Volare a “L’uomo col megafono” come miglior testo letterario della gara sanremese. Il secondo album, “Prima di essere un uomo”, conquista il disco d’oro e viene segnalato da “Musica & Dischi” fra i dieci migliori del 1995.

Il singolo estivo “Le cose in comune”, uno dei più programmati dalle radio, vince il Premio Tenco come miglior canzone dell’anno: la gioia di Daniele Silvestri raddoppia nel vedere l’altro suo pezzo, “L’uomo col megafono”, votato al secondo posto.
Instancabile, nel 1996 firma la sua prima colonna sonora (“Cuori al verde” di Giuseppe Piccioni, con Margherita Buy e Gene Gnocchi) e incide “Il dado”, un album singolo però diviso in due facciate, quindi in due cd. A giudicare dall’accoglienza del pubblico nei concerti, la canzone manifesto di quel disco è “Cohiba”, dedicata a Ernesto Che Guevara e coerente con le idee politiche di Silvestri, che si è sempre dichiarato comunista, grande estimatore del Che e sostenitore della causa cubana e dell’obiezione di coscienza (ha fatto il servizio civile presso Italia Nostra).

Cohiba è la più famosa marca di sigari cubani. Nel cd “Il dado” (esattamente 6 minuti e 41 secondi dopo “Aiutami”, l’ultima traccia della “facciata B”) è presente una ghost-track intitolata “Rappresaglia”: Silvestri suona la batteria e Max Gazzè il basso. Lo stesso Gazzè figura nella band che lo accompagna nel tour italiano durato un anno intero. Le esibizioni dal vivo, certamente utili per promuovere il disco, sono soprattutto un mezzo per offrire il proprio contributo alle cause in cui crede, a partire dal raduno musicale contro le mine antiuomo (a Roma nel novembre ’96) dove canta “La bomba”.

Nel 1997 sale sul palco del Primo Maggio a Roma; partecipa a Milano al concerto per Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani; si esibisce al Premio Città di Recanati e ad Arezzo Wave; quindi il 31 luglio vola a l’Avana (Cuba) per il Festival della Gioventù Comunista. Organizza anche un mini tour nelle scuole superiori di tutta Italia, nel quale fa suonare come band di supporto i gruppi musicali degli studenti. Il teatro offre nuove forme d’espressione al suo talento poliedrico.

A maggio ricopre il triplice ruolo di autore (a quattro mani con Rocco Papaleo), attore (sempre al fianco di Papaleo) e cantante nello spettacolo “Rosso fiammante bloccato neve dubbio vetro tesi infinito”: “È stata un’esperienza fantastica, che ho intenzione di riportare in scena appena possibile”. La collaborazione con Rocco Papaleo prosegue nel disco di quest’ultimo (“Che non si sappia in giro”) con il duetto “Foca”. Pochi mesi più tardi (21 ottobre ’97) va in scena a Cesena la prima di “Frankensteinmusical”, un musical di Antonello Dose, Marco Presta e Tullio Solenghi.

Daniele Silvestri è autore delle canzoni. Firma anche “Al fratello che non ho” e “Il fiume e la nebbia”, due brani contenuti nel disco di Fiorella Mannoia “Belle speranze” (uscito in quei giorni). Il 1998 si apre con il secondo album dei Tiromancino: Silvestri vi partecipa nella duplice veste di co-autore e co-interprete del brano “La storia” e come autore di “Dying Again”. Riceve il Premio Ciampi (creato dal Comune di Livorno per commemorare il musicista Piero Ciampi) e il Premio Mariposa (sezione giovani), assegnato dall’omonima associazione culturale per i testi dell’album “Il dado”.

Scrive i testi di due canzoni (“Iolanda” e “Sete”) per la commedia teatrale “Domani notte a mezzanotte qui” di Angelo Orlando. In questa occasione nasce la storia d’amore con l’attrice Simona Cavallari: oggi la sua compagna è in dolce attesa del loro primo figlio. Dopo il teatro, si cimenta anche nel cinema: compone le musiche del film “Barbara” (con Valerio Mastandrea), nel quale appare in un cameo recitando la parte di se stesso. Torna in gara al Festival di Sanremo nel 1999 (sezione big) con il brano “Aria” contro la pena di morte.

La classifica migliora sensibilmente: ultimo nel ’95 fra i giovani, in questa edizione si piazza fra i migliori otto. Immutata nel tempo, invece, la stima di giornalisti e personaggi dello spettacolo: riceve il Premio della Critica, intitolato a Mia Martini, e quello della giuria per il miglior testo. Il singolo “Aria” ha vita breve, giusto il tempo del festival, perché tutte le stazioni fm del Paese trasformano subito il nuovo singolo “Amore mio” in una strepitosa hit radiofonica. Il primo aprile ’99 esce “Sig.

Dapatas”, il suo quarto album. Il titolo è l’anagramma delle iniziali delle singole canzoni contenute nel disco. Ci sono dispute dialettiche sull’esatta posizione dell’accento: Silvestri lo pone sulla terza sillaba (dapatàs), ma non ripudia nemmeno quello sulla seconda (dapàtas). “È un nome di pura invenzione: ognuno è padrone di pronunciarlo come meglio crede”. Un mese più tardi è di nuovo protagonista del Concerto del Primo Maggio con “Aria”, “Amore mio” e l’immancabile “Cohiba”.

In estate arriva un altro riconoscimento, ancora più prestigioso perché intitolato a un cantautore fondamentale per la sua crescita artistica: il Premio Lunezia, infatti, gli conferisce la Laurea De Andrè per “Aria”. In autunno, invece, esce l’album “Microchip emozionale” dei Subsonica, uno dei suoi gruppi preferiti “dell’ultima ora”: Daniele canta nel brano “Liberi tutti”. Premi, concerti e collaborazioni proseguono nel 2000: riceve il Tributo ad Augusto Daolio in occasione dell’annuale raduno dei fans dei Nomadi; suona “Aria” e “Cohiba” in un live contro la pena di morte (il 7 luglio a Pescara); firma il testo di cinque canzoni (“La rivoluzione”, “K.N.A.”, “Automaticamente”, “La quiete che verrà” e “Polvere”) contenute in “Serendipity”, il disco della P.F.M.

uscito in autunno. Rinfrescando il suo passato da busker, breve ma intenso, il 23 settembre partecipa alla quarta edizione di Stradarolo - Festival Internazionale di Musica, Teatro e Arte su Strada, una manifestazione curata dai suoi amici del gruppo Têtes de Bois, che organizza esibizioni dal vivo in luoghi inusuali come i vicoli e le piazze di Zagarolo e Genazzano e perfino nei distributori di benzina delle strade statali. Un mese più tardi pubblica il greatest hits “Occhi da orientale” con tre brani inediti: la title track, “Testardo” e “Cuore di cera”.

Il suo palmares teatrale si arricchisce di una nuova prestigiosa opera: compone le musiche di “Tango”, lo spettacolo di Francesca Zanni ispirato al dramma dei desaparecidos argentini, trasmesso di recente dalla Rai. Il 2001 è segnato da avvenimenti personali tragici (la scomparsa del padre), piacevoli (lo scudetto della Roma) ed emozionanti (la notizia che la sua compagna, l’attrice Simona Cavallari, aspetta il loro primo figlio). Sul fronte musicale, Daniele dedica l’intero anno alla stesura delle canzoni per il nuovo disco, che inizia a registrare il giorno della Befana del 2002, anno che lo vede per la terza volta sul palco del Teatro Ariston e nel quale torna a incrociare la strada degli amici Têtes de Bois.

Sta per uscire, infatti, il loro nuovo disco, “Ferrè, l’amore e la rivolta”, nel quale Silvestri ha tradotto in italiano e co-interpretato il brano “Non si può essere seri a 17 anni”. 5 marzo 2002: partecipa al suo terzo Festival di Sanremo con il brano “Salirò”. 8 marzo 2002: pubblica “Unò-duè”, il suo sesto album. 4 aprile 2002: parte la nuova tournèe.

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