Trasferimento 220 lavoratori Enel, sindacati furiosi
Firenze, 23-5-2025 - "C’è un silenzio che fa rumore a Firenze. È quello dell’Assessore regionale alla mobilità, dell’Assessore comunale e della stessa Sindaca di Firenze, che hanno scelto di ignorare completamente una richiesta urgente di confronto avanzata dalle Organizzazioni Sindacali Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil Toscana". Così in una nota firmata Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil Toscana. "Oggetto della questione - spiegano i sindacati - è il trasferimento di circa 220 lavoratori di società del Gruppo Enel dalla sede storica di Via Quintino Sella/Lungarno Colombo alla cosiddetta “Cittadella Enel” in via Corridoni/via Bini, attualmente in fase di ristrutturazione. Un’area già oggi congestionata e fragile, che a breve vedrà insediarsi complessivamente oltre 400 dipendenti, con gravi ripercussioni sulla viabilità, sulla vivibilità del quartiere e sulla qualità della vita dei lavoratori.
“Nonostante le numerose criticità evidenziate dai sindacati, le istituzioni locali hanno preferito voltarsi dall’altra parte. Nessuna risposta. Nessun confronto. Nessuna presa in carico delle problematiche sollevate. Un atteggiamento che lascia a dir poco perplessi e sgomenti”, dicono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil Toscana.Per queste ragioni, i sindacati hanno indetto una giornata di sciopero per la giornata di giovedì 29 maggio (lo sciopero riguarderà il personale del Gruppo Enel con sede di lavoro nel Comune di Firenze, eccetto quello di E-Distribuzione che comunque sarà in sciopero lo stesso in quel giorno per via di una vertenza nazionale sull’’organizzazione del lavoro). Nell’occasione, è previsto un presidio di lavoratori e sindacati a Firenze in via Cavour davanti alla Prefettura ore 10-12.
I PROBLEMI IGNORATI
I sindacati non hanno avanzato lamentele generiche, ma posto questioni concrete, con ricadute tangibili sull’intera comunità:– Peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori: i nuovi spostamenti casa-lavoro diventeranno più lunghi, complessi e costosi. Per molti dipendenti significherà più tempo nel traffico, meno tempo per la famiglia.– Assenza di parcheggi: nel progetto di ristrutturazione non è previsto alcun parcheggio per il personale. Anzi, verranno cancellati quelli esistenti.
Il risultato? Una pressione insostenibile sulla sosta in tutta l’area e una vera e propria sottrazione di spazi ai residenti.– Totale assenza di confronto con i sindacati: Enel ha ignorato ogni proposta di mitigazione avanzata dalle rappresentanze dei lavoratori. E le istituzioni, anziché intervenire per facilitare il dialogo, di fatto, si sono rese complici con il loro silenzio.– Dubbi sulla legittimità del progetto urbanistico: i sindacati hanno chiesto di verificare se l’incremento della Superficie Utile Lorda (SUL) sia conforme al Regolamento Edilizio del Comune di Firenze (art.
22). Anche su questo, nessuna risposta.
IL SILENZIO DELLE ISTITUZIONI
In un momento in cui si parla tanto di transizione ecologica, sostenibilità, qualità urbana, il trasferimento in via Corridoni sembra andare nella direzione opposta: più auto, più traffico, meno vivibilità. E soprattutto nessuna pianificazione condivisa.La richiesta di un incontro urgente con gli amministratori, avanzata dai sindacati nell’interesse di lavoratori e cittadini, è rimasta lettera morta, anche quando le regioni del sindacato hanno trovato ampia condivisione nei residenti del quartieri di Rifredi. Un fatto gravissimo ed inaccettabile in una democrazia che si voglia partecipata.
PAGANO LAVORATORI E CITTADINI
In tutto questo, i primi a pagare saranno i lavoratori, che vedranno peggiorare drasticamente le loro condizioni lavorative e di vita, senza tutele né ascolto. Ma non solo: anche i residenti del quartiere Rifredi vedranno aumentare i disagi, con strade congestionate e meno spazi disponibili. L’impressione è che le istituzioni locali abbiano deciso di lasciare campo libero all’azienda, evitando ogni assunzione di responsabilità, rinunciando al proprio ruolo di garanzia e tutela degli interessi collettivi.
LA POLITICA CHE NON ASCOLTA
Quando chi governa non ascolta le istanze sociali, ignora le richieste di incontro e non si degna nemmeno di ricevere i rappresentanti dei lavoratori, è evidente che non si tratta più soltanto di un problema di viabilità, ma siamo di fronte ad una vera e propria crisi della politica e della rappresentanza. E se oggi accade ai lavoratori Enel, domani potrebbe accadere a chiunque. Perché i diritti – anche quelli urbani, anche quelli quotidiani – o si difendono insieme, o si perdono uno per volta, nel silenzio complice delle istituzioni", concludono i sindacati.