Strage Viareggio: 32 morti, nessuna verità e prescrizioni in vista

Redazione Nove da Firenze

Quella notte del 29 giugno 2009 un treno composto da 14 cisterne cariche di gas propano liquido entrò alla stazione di Viareggio a novanta chilometri orari. Un asse sotto a un vagone si ruppe, la cisterna deragliò e si rovesciò. I macchinisti riuscirono a fermare il convoglio e lanciare l'allarme. Ma era già troppo tardi: il gpl fuoriuscito raggiunge le case. Ci fu una violenta esplosione: le fiamme travolsero abitazioni e auto di via Ponchielli e uccisero trentadue persone, grandi e piccini, molte bruciate vive nelle case dove erano tranquillamente a dormire."Vogliamo che sia fatta piena giustizia e che vengano individuate le responsabilità" interviene in aula il presidente della Toscana, Enrico Rossi.

"Anche per questo stamani – annuncia – ho firmato la lettera con cui, come Regione, rifiutiamo i 2 milioni di euro di risarcimento offerti dall'assicurazione, per stare fuori dal processo". La Regione Toscana si è costituita parte civile nel procedimento aperto nel 2013: lo Stato, come anche oggi è stato ricordato, non lo ha fatto.Non si è ancora arrivati alla sentenza di primo grado e a dicembre di quest'anno si prescrivono due delle accuse mosse ai quarantadue imputati nel processo, trentatré persone e nove società: quelle di incendio e lesioni colpose.

"Quanto è accaduto quel 29 giugno 2009, dieci minuti prima della mezzanotte, è inaccettabile" raccontano prima che le immagini inizino a scorrere due tra i familiari di chi quella notte ha smesso di vivere. "Ma soprattutto – aggiungono - è inaccettabile che il processo si chiuda senza una verità e con la prescrizione che incombe".

Nella seduta odierna del Consiglio regionale è stato proiettato il cortometraggio “Ovunque proteggi” di Massimo Bondielli, dedicato alla strage di Viareggio del 2009, presenti anche Marco Piagentini e Daniela Rombi dell’associazione “Il mondo che vorrei Onlus”.

“Un documentario struggente che ha doverosamente riacceso i riflettori su una tragedia rimasta troppo spesso nell’ombra; proiettarlo qui in Consiglio regionale e ascoltare le testimonianze di Daniela Rombi e Marco Piagentini ci ha fatto rivivere quella terribile sofferenza e ci ha consentito, come istituzione, di ribadire la nostra vicinanza ai familiari delle vittime. Sono stato dalla loro parte da presidente della Provincia e ho voluto fortemente che qui in Regione facessero sentire la loro voce.

Chi ha visto Viareggio e via Ponchielli quella notte e i giorni a seguire non può che avere ancora impresse nella memoria le immagini strazianti, che si possono paragonare solo a quelle di una città bombardata. Trentadue morti, alcuni dopo giorni di agonia. Uno stillicidio di dolore. La forza di Marco e Daniela e di tutta l’associazione Il Mondo che vorrei onlus è stata ed è straordinaria; le udienze, gli incontri, le indagini, lo studio approfondito delle normative esistenti sulla sicurezza ferroviaria per capire dove e come c’è da intervenire.

E il bisogno, assoluto, imprescindibile di giustizia. La Regione Toscana e la provincia di Lucca sono state le uniche istituzioni a costituirsi parte civile, rifiutando il risarcimento delle assicurazioni. Perché non bastano e non basteranno rimborsi. È necessaria una risposta e la risposta non potrà essere fatalità né tantomeno prescrizione. Il dolore, come hanno detto giustamente in aula Marco e Daniela, non va in prescrizione. Saranno i magistrati a individuare le responsabilità e i colpevoli.

Ma una responsabilità umana, è evidente, c’è stata, che sia omissione di controllo o mancata osservanza di regole o quale che sia. Chi ha vissuto e conosce quella tragedia lo sa” così Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente Quarta commissione.