Scuola, mia cara: salasso per le famiglie

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 16 settembre 2025 - Settembre, si torna a scuola, ma per le famiglie italiane è diventato il mese più costoso dell'anno: ogni nucleo spende mediamente 1.300 euro per figlio tra libri, materiale scolastico, zaini, grembiuli e attività extracurricolari. Moltiplicando per i quasi 8 milioni di studenti italiani, parliamo di una spesa complessiva di circa 10 miliardi di euro che grava interamente sulle spalle delle famiglie. Questa è la stima, da far tremare i polsi, di Susini Group STP, studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro.

Rispetto alle altre famiglie europee, quelle italiane sono costrette a sostenere costi più alti, ciò è dovuto anche all'investimento del nostro Stato che destina appena il 3,9% del PIL nell'istruzione, contro una media europea del 4,6%. Se l'Italia raggiungesse gli standard europei, significherebbe investire 15 miliardi di euro in più ogni anno nel sistema educativo, cifra che potrebbe rivoluzionare la scuola pubblica e alleggerire drasticamente i costi per le famiglie.Quest'anno i prezzi sono incrementati ulteriormente: i libri di testo sono aumentati del 1,8% rispetto al 2024. Un dizionario costa oggi fino a 90 euro, uno zaino di marca può superare i 150 euro, e non parliamo delle calcolatrici scientifiche che sfiorano i 200 euro. È un mercato oligopolistico dove pochi attori dominano e le famiglie non hanno alternative.

«La soluzione esiste ed è a portata di mano», afferma Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group STP. «Buoni libri universali per tutte le famiglie con ISEE sotto i 35.000 euro potrebbero ridurre del 70% i costi. Piattaforme digitali nazionali per i libri di testo ridurrebbero i prezzi del 40-50%. Mercatini dell'usato istituzionalizzati in ogni scuola permetterebbero risparmi fino al 60%. Il caro-scuola non è un fenomeno naturale - continua Sandro Susini - ma il risultato di scelte politiche precise.

Mentre altri Paesi europei garantiscono libri gratuiti e materiale scolastico incluso, l'Italia scarica da anni tutto sulle famiglie, trasformando il diritto all'istruzione in un privilegio economico. È tempo di dire basta a questa tassa occulta che ogni settembre impoverisce milioni di famiglie italiane. Occorre investire di più nell'intelligenza naturale e meno in quella artificiale», conclude Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group STP.