Sanità: il confronto tra Bundu, Giani e Tomasi

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 19 settembre 2025– “La sanità toscana è in crisi profonda. Il buco di oltre 170 milioni di euro nel bilancio regionale, le liste d’attesa interminabili e l’insoddisfazione crescente tra operatori e pazienti ci impongono una riflessione seria e una riforma coraggiosa. Dobbiamo rimettere al centro i bisogni dei toscani, tutelando la sostenibilità del sistema sanitario e fermando gli abusi che lo stanno distruggendo” dichiara Alessandro Draghi, candidato alle elezioni regionali con Fratelli d’Italia, che sottolinea la necessità di intervenire su uno dei punti più critici: l’accesso indiscriminato alle cure da parte di cittadini stranieri appena entrati in Italia.

“L’assistenza sanitaria gratuita e universale per chi arriva sul nostro territorio senza aver mai contribuito è insostenibile. Chi entra in Italia deve essere curato, ma a proprie spese, attraverso un’assicurazione privata o un versamento forfettario annuale. Basta pesare sulle spalle dei contribuenti toscani” Draghi propone anche l’introduzione di una norma contro il turismosanitario fraudolento. “Troppi sfruttano le maglie larghe delle leggi sull’assistenza medica urgente ai clandestini per curarsi gratuitamente, senza alcun controllo. Si è creato un vero e proprio traffico di esseri umani, alimentato da chi lucra sull’immigrazione e sulla debolezza del nostro sistema”.

Altro tema centrale: il costo insostenibile dei minori stranieri non accompagnati.“Solo a Firenze - continua - spendiamo oltre 15 milioni di euro l’anno: 120 euro al giorno a minore. Non è disumanità dire che questo modello va ripensato, è buon senso.” Infine, Draghi lancia due proposte concrete: l’introduzione del Daspo sanitario per chi aggredisce medici e personale sanitario, e la finedelle esenzioni dal ticket per i neomaggiorenni ospitati nei centri d’accoglienza.

“È ora di rimettere ordine. Ospedali e strutture sanitarie sono stati costruiti con le tasse delle famiglie toscane. Dobbiamo dare priorità nelle liste d’attesa e nelle RSA a chi vive qui da anni, non a chi arriva per primo. Lo strumento STP, nato per situazioni d’emergenza, oggi è diventato un escamotage per curarsi gratis: va ripensato profondamente. Con Fratelli d’Italia in Regione, la sanità tornerà a essere un diritto per i cittadini italiani e per chi vive effettivamente qui, lavora e contribuisce alla crescita della Nazione, non un privilegio per chi approfitta”.

“L’idea di tagliare le cure agli stranieri e ai richiedenti asilo per far quadrare i conti della sanità regionale è vergognosa e imbarazzante. È evidente come il candidato di Fratelli d’Italia Draghi che l’ha avanzata non abbia la minima idea di che cosa si stia parlando. In maniera perfettamente coerente con il modus operandi del Governo Meloni, anziché affrontare seriamente le questioni, se la prende con i più deboli, lanciando una proposta in contrasto con la Costituzione e col principio di universalità del sistema sanitario, una conquista sociale fondamentale per il nostro Paese che ne ha fatto un esempio nel mondo” Così Lorenzo Falchi, candidato per Alleanza Verdi e Sinistra al consiglio regionale commenta le parole di Alessandro Draghi di Fratelli d’Italia.

“Draghi parla di riforma coraggiosa - prosegue - Mi domando dove stia il coraggio nelle sue parole e soprattutto in che cosa consista questa riforma. Davvero pensa che il problema sia l’accesso al pronto soccorso degli stranieri e non i tagli alle risorse? Davvero pensa che il problema siano le cure per i richiedenti asilo e non la carenza di personale e la privatizzazione della sanità? Davvero Draghi vorrebbe vivere in una Regione in cui al Pronto soccorso prima dimostri di poter pagare o di essere un purosangue toscano e poi vieni curato? La sanità toscana attraversa un momento di grande delicatezza e difficoltà.

Occorre tornare a investire nella sanità pubblica, mettendo fine ai tentativi di privatizzazione diretta e indiretta utili a riempire le tasche di pochi a spese di tutti. Occorre assumere e investire sul personale e sulle strutture, ripensando la sanità di prossimità e riorganizzando l’esistente. Questi sono gli interventi di cui la sanità toscana ha bisogno e non della demagogia da due soldi di una destra che ancora una volta si presenta ai toscani impreparata e confusa”.

“La sanità pubblica è un bene e va difesa con forza. Non si tratta di sminuire la sanità privata – ci mancherebbe altro – ma il sistema deve funzionare in maniera complementare. Non possiamo pensare, come ricorda anche il professor Remuzzi, che qualcuno non si possa curare perché non ha i soldi per farlo” A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Firenze, al termine del confronto con i candidati alla presidenza della Regione Toscana Antonella Bundu, Eugenio Giani e Alessandro Tomasi, organizzato oggi insieme all’Ordine della provincia di Pisa.

Nel corso delle due ore di confronto, moderato dalla vicepresidente dell'Ordine fiorentino Elisabetta Alti, sono stati toccati i nodi più delicati del futuro della sanità toscana: dall’utilizzo delle Case della Salute e del ruolo che possono avere nella medicina territoriale, al tema dei pronto soccorso, sempre più affollati soprattutto nei picchi influenzali e con personale insufficiente. Si è parlato di cronicità e di presa in carico dei pazienti, di come costruire percorsi che garantiscano continuità di cura, ma anche di sicurezza negli ospedali e negli ambulatori, con il fenomeno crescente delle aggressioni a medici, infermieri e operatori socio-sanitari. Infine, spazio al delicato tema del fine vita, con i candidati chiamati a esprimersi sulla legge regionale recentemente approvata e sulla sua eventuale revisione o integrazione.

“L’obiettivo di questo appuntamento – concludono Dattolo e Giuseppe Figlini, presidente dell’Ordine della provincia di Pisa – era far sentire la voce di chi ogni giorno vive il sistema sanitario sul campo. Siamo molto contenti della qualità del dibattito e di aver visto una sala gremita di medici e di altri professionisti della sanità”.

L’Associazione AAROI-EMAC Toscana, che riunisce gli anestesisti rianimatori ospedalieri, interviene sul dibattito tra i candidati alla presidenza della Regione Toscana – Eugenio Giani, Antonella Bundu e Alessandro Tomasi – dedicato alla sanità.

Pur apprezzando che la centralità del tema sia stata ribadita da tutti i candidati, l’Associazione sottolinea come dal confronto non sono stati trattati temi su questioni altrettanto importanti: carenza di personale, governance e scelta dei manager delle aziende sanitarie e delle strutture a supporto, oltre all’effettivo ruolo dei 46 ospedali toscani attualmente attivi. Su quest’ultimo punto, in particolare, l’Associazione sottolinea come sia necessario una revisione della mission della rete ospedaliera toscana e dei suoi rapporti con la rete territoriale.

AAROI-EMAC Toscana ricorda che i quattro anni appena trascorsi hanno mostrato alcune criticità: le Case della Salute non hanno svolto la funzione per cui erano pensate, mentre le nuove Case di Comunità restano una scommessa, anche in termini di organizzazione di personale e di attrezzature.

Sul fronte dei Pronto soccorso, l’Associazione evidenzia che l’affollamento è solo la conseguenza di una serie di problemi a monte: carenza di servizi territoriali, di medici e infermieri e di un carente supporto socio-sanitario.

“La sanità toscana – afferma AAROI-EMAC Toscana – ha bisogno di una riflessione strutturale: servono politiche chiare per il personale, una rete ospedaliera meglio definita, un serio investimento sulla digitalizzazione, per uniformare le informazioni con tutti gli ospedali del territorio, ed un ripensamento della governance. Senza queste scelte, nessuna riforma potrà essere davvero efficace”.