RSA: Forza Italia: “Serve una task force regionale per affrontare il problema”
“I dati forniti dalla Asl Toscana Centro, che ha comunicato che il Covid-19 si è esteso anche a due Rsa presenti nel comune di Bagno a Ripoli (Villa Jole e Rsa Masaccio) con un totale di 86 persone contagiate, come confermato anche dal Sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, spingono ad alcune approfondite riflessioni” dichiara Giampaolo Giannelli, Vicecoordinatore Provinciale di Forza Italia. “Non è questo il momento di polemiche o di richieste di attribuzioni di responsabilità – continua Giannelli – ma occorre, in questa fase emergenziale, porre la massima attenzione sulla gestione della situazione e sulle procedure adottate per tutelare i degenti, gli operatori delle 2 strutture, i parenti dei degenti e degli operatori”.
“È di tutta evidenza – prosegue il Capogruppo di Forza Italia a Bagno a Ripoli, Alberto Acanfora –che le Rsa, col loro microcosmo, coi pazienti cosi fragili e deboli, col rapporto costante tra operatori e degenti, sono un potenziale focolaio epidemiologico e già da tempo, a vari livelli, il nostro partito aveva chiesto di porre particolare attenzione a queste strutture, più esposte di altre ai rischi di propagazione del contagio”.
“In questa fase – fa eco Giampaolo Bacicchi, Coordinatore Azzurro di Bagno a Ripoli – Asl, la Regione e le Rsa devono operare in piena sintonia per mettere in atto tutte le misure necessarie per affrontare quest'emergenza nell'emergenza, che ci addolora, colpendo la nostra comunità e la parte più fragile della stessa, i nostri anziani, i nostri malati, ospiti delle RSA. E una attenzione particolare va anche agli operatori sanitari, vero presidio in prima linea in questa difficile battaglia”.
“Ecco perché – continuano i tre esponenti azzurri – riteniamo che la Regione Toscana debba approntare immediatamente una Task Force per verificare che tutte le procedure previste per tutelare la salute di coloro che stanno nella struttura, degenti ed operatori, in primis verifiche stringenti affinché gli ospiti delle Rsa che non necessitano di cure ospedaliere e che resteranno in struttura siano in 'isolamento per evitare che il virus si diffonda ancora. “Riteniamo inoltre indispensabile – aggiungono ancora Giannelli, Acanfora, Bacicchi – che debbano essere approntate massime misure di informazione e trasparenza, nei confronti dei parenti degli ospiti delle strutture, ma anche dell'opinione pubblica nella sua interezza, in merito allo sviluppo della situazione nelle due Rsa” “Per il futuro, passata l'emergenza – chiosano gli esponenti azzurri – riteniamo proficuo istituire un tavolo di concertazione con tutti i soggetti e le parti interessate, in modo da verificare la piena applicazione delle disposizioni in materia di gestione delle emergenze, forniture di DPI al personale, congrua composizione numerica degli operatori, evitando così, per il futuro, il ripetersi di episodi di questo tipo, che colpiscono al cuore ognuno di noi.
Ci rendiamo quindi disponibili fin d'ora a dare il nostro contributo in ogni modo e con ogni mezzo”.
Marco Cordone, per oltre 15 anni Consigliere comunale di Gambassi Terme ed attualmente Consigliere nazionale ANCI insieme a Marco Manuelli (Capogruppo consiliare Lega Salvini Gambassi Terme), interviene nuovamente sulla RSA "Gino Incontri" di Gambassi Terme: "La tragedia della RSA 'Gino Incontri' di Gambassi Terme non deve finire nel dimenticatoio (su 35 ospiti della struttura vi sono stati 35 infettati di cui purtroppo 4 morti) e troviamo che siano alquanto insensate, ventilate ipotesi di riapertura della residenza, dopo l'inchiesta dell'ASL Toscana Centro e l'inchiesta della magistratura in corso.
Le quattro vittime della 'Gino Incontri' non devono finire tra tutte quelle vittime dimenticate e non tutelate; queste vittime ed i loro parenti pretendono giustizia e l'opinione pubblica deve sapere. Non si può 'scherzare' con i morti e la vita umana è sacra a prescindere dall'età. Auspichiamo che le Istituzioni preposte facciano luce e chiarezza su quello che è accaduto nella struttura gambassina, soprattutto nel periodo che va da metà marzo del corrente anno, quando in Toscana c'è stato un primo picco della pandemia e l'Italia era già stata dichiarata zona rossa, a metà aprile quando è intervenuta la ASL; lo chiediamo noi ma lo chiedono soprattutto, i parenti delle vittime.
Chiediamo giustizia!! per le vittime della RSA di Gambassi. Questa tragedia ci ha colpito profondamente e non deve finire, ripetiamo, nel dimenticatoio".
“Ci saremmo aspettato un encomio da parte della dirigenza dell’Usl Toscana nord ovest per l’infermiere ‘eroe’ Marco Lenzoni che ha avuto il coraggio, il senso civico e professionale di denunciare le numerose mancanze di sicurezza per i lavoratori nel pieno dell’emergenza Covid19. Segnalazioni che hanno permesso di salvare numerose vite. E invece dall’azienda sanitaria è arrivata una contestazione disciplinare che lo metterà davanti alla Commissione disciplinare il 9 giugno alle ore 10 per aver leso l’immagine dell’Asl.
E’ allucinante. Noi siamo pronti a difenderlo in tutte le sedi e le migliaia di attestati di solidarietà che stanno arrivando dovrebbero far riflettere seriamente la dirigenza”. A descrivere nel dettaglio il paradosso della sanità è il segretario della Uil Fpl Massa Carrara, Claudio Salvadori, che ha sempre sostenuto l’infermiere, iscritto al sindacato, e sarà in prima fila a difenderlo il 9 giugno “forte del supporto dei nostri uffici legali”. D’altronde tempi e modi della convocazione davanti alla commissione disciplinare, così come le motivazioni, lasciano esterrefatto il segretario Uil Fpl: “La convocazione arriva a fine aprile facendo riferimento a un articolo uscito il 17 marzo all’interno del quale Lenzoni (in qualità di dipendente e seguendo il codice deontologico degli infermieri) sottolineava, senza offesa alcuna all’azienda, le scarse condizioni di sicurezza degli operatori negli ospedali.
Denuncia poi confermata da quanto accaduto nei giorni successivi quando tantissimi lavoratori della sanità si sono ammalati perché non dotati dei doverosi dispositivi protezione nei momenti critici. Erano giorni in cui i telefoni dei sindacati squillavano a ogni ora del giorno e della notte, ricevevamo molte telefonate di lavoratori preoccupati alla ricerca di ogni tipo di sostegno, anche psicologico. Lavoratori che la collettività non ringrazierà mai abbastanza per quanto fatto, per aver combattuto un virus con mascherine che sembravano panni per pulire gli occhiali”.
Ma non è stato l’unico episodio. Una decina di giorni dopo, infatti, Lenzoni è comandato alla Rsa Galli Bonaventuri di Pontremoli perché quasi tutti gli operatori della struttura erano ammalati, quindi è subentrata la Asl: “Lì ha denunciato le scarse condizioni di gestione della struttura – prosegue Salvadori – e di fatto ci sono state molti anziani contagiati e ben 6 morti, le bare con ospiti defunti lasciate per giorni in una stanza, gli operatori senza mascherine Fffp2 tanto che diversi neo assunti si sono subito infettati.
A nostro parere, la convocazione disciplinare fa riferimento a tutto il complesso di denunce del nostro iscritto ritenuto ‘fastidioso’ dalla dirigenza Asl solo perché attento e scrupoloso”. C’è poi il paradosso nel paradosso, in tutta questa vicenda: “La dirigente che lo ha segnalato alla commissione disciplinare è la stessa che aveva chiesto spiegazioni sulle criticità in quei giorni. Abbiamo lettere e comunicazioni che possono dimostrarlo senza ombra di dubbio. Insomma, ci sembra allucinante che un infermiere che denuncia dei problemi e salva delle vite sia convocato in commissione disciplina: avrebbero dovuto convocarlo, sì, ma per dargli un encomio – conclude Salvadori -.
Non è possibile che il vincolo di fedeltà aziendale sia peggiorativo dell’articolo 21 della Costituzione, della normativa sul whistleblowing e dell’articolo 2087 del codice civile per il quale è l’azienda la prima responsabile della sicurezza dei lavoratori e che quindi dovrebbe ringraziare chi, come Marco, denuncia quel che non va. Il resto dei dettagli lo daremo il 9 giugno. Intanto ringraziamo tutti i lavoratori che sui social o con i messaggi stanno dimostrando solidarietà a Marco per il quale la campagna online ha già raccolto più di 5.000 firme di solidarietà”.