Piccoli-Ndour, buona la prima in Conference. Ma il gioco non si vede

Paolo Pellegrini

Buona la prima, dice alla fine il punteggio. E oltretutto due gol dei rincalzi, Piccoli che è il vice-Kean e Ndour che dopo diverse apparizioni anche da titolare pareva sparito dai radar di Pioli. E oltretutto con mezza “formazione B”, appunto, benché i livelli, a ben guardare, si… livellano, appunto. Almeno a quello che s’è visto in campo contro i cèki del Sigma Olomouc, la squadra che vide nascere il talento di Thomas Ujfalusi, ricordate? altri tempi, ben altre Fiorentine, ma è inutile piangere sul passato. Piuttosto, se non proprio piangere, meditare ancora parecchio sul presente.

Dunque, c’erano davanti questi cèki dal gran passato ma dal presente, insomma, squadretta diligente e volitiva, un tantinello aggressiva ma comunque attenta e veloce. Tutto questo perché la Fiorentina l’ha fatta giocare. E di contro non ha giocato a calcio, la Viola, ci ha provato a sprazzi assai radi, e comunque andando spesso in confusione sugli attacchi uno contro uno, andando spesso in confusione nella ripartenza, senza mai un’idea per un filtrante, un tracciante, un giropalla in avanti rapido e incisivo.

Merce rara, vista poche volte anche questa sera. Di contro, alle solite: vista una costellazione infinita di errori tecnici individuali, leggasi passaggi sbagliati, leggasi giochesse leziose anziché concretezze, leggasi disorientamenti, specialmente dietro, dove oltretutto sono i tre centrali a dover impostare il gioco, che riparte sempre con il ritorno indietro e spesso con il lancione quasi mai seguito da concreti sviluppi.

Domanda ovvia: ma il playmaker basso dov’è? Sono del partito che non ci vede Fagioli, in quel ruolo, è una mezzala e non un regista arretrato, insisto fino alla noia che va fatto giocare in coppia con Nicolussi, anche perché il Mandragora visto contro il Sigma poteva benissimo restare a casa. Mentre qualcosina in più ha messo sul piatto Ndour, che ci ha impiegatoun pochino a orientarsi ma poi ha preso le misure, ha confezionato il buon lancio che ha mandato in rete Piccoli (poi ne parliamo) e alla fine si è tolto la soddisfazione del proprio gol, gran botta da fuori su una deliziosa apertura di Gudmundsson che gli ha spalancato gli spazi verso Koutny.

Già, Gud. Entrato al posto di Dzeko a tre quarti di match, quando si ballava, e gli ottomila e spiccioli del mini-mini Franchi (curva chiusa per sanzione Uefa, e un po’ di Fiesolearroccata sotto la Torre di Maratona) ballavano anche dal freddo pungente. Si ballava, e Davidone De Gea ha messo più volte i guantoni – gli era toccato già sullo 0-0 dopo appena una manciata di minuti, volare su un gran tiro di Tkac – a fermare le conclusioni dei cèki. Che saranno anche pochino, ma evidentemente la Viola non è tanto di più, se gli ha permesso di farsi mettere in croce. Più per demerito proprio, certo, vero Dzeko, vero Fagioli, vero Pongracic e tutti quei palloni regalati, quasi assist agli avversari? Dzeko, tanto in mezzo al campo, tanto lavoro, tanti errori…

Foto Fabio Vanzi

Ma intanto il punteggio era cambiato, aveva segnato Piccoli. Il quale si è sbloccato, bene così, potrà essere una risorsa. Sì, purché si ricordi che farsi beccare così spesso in fuorigioco vanifica il buono che si può costruire. Si ricordi che palle come quelle apparecchiate da Pongracic prima e da Fazzini poi non si possono sbagliare, come del resto non ci si può far prendere le misure e far rimontare così tante volte da uno come Sylla (gran figurone, sarà il nome?) che sarà bravino e attento alla fine non è certo Van Dijk o Ruben Dias… In ogni caso, il gol è arrivato, poi il 23 a Vienna ci sarà anche Kean, vediamo.

Vediamo. Troppo ancora da aggiustare, e fra tre giorni arriva la Roma, già, la squadra di quel simpaticone del Gasp: non dimentichiamoci che ancora in campionato la vittoria latita, e i giallorossi non sono di sicuro l’avversario più comodo, benché avvelenati dalla sconfitta interna con il Lille in serie A stanno nel terzetto di testa, lontani anni luce dalla zoppicante Fiorentina di questi tempi, Fiorentina che sembra contratta e già un po’ sulle gambe, nervosa e poco convinta delle scelte di Pioli. Il quale sostiene che “abbiamo fatto una buona partita, gestita bene, potevamo chiuderla prima. Ci sono stati degli errori ma abbiamo messo tanta volontà”, e ancora che “la gara di oggi ci dà segnali positivi per il futuro”. Bontà sua, e comunque è bene che ci creda. E non solo lui.

FIORENTINA (3-5-2): De Gea; Pongracic (85’ Comuzzo), Pablo Marí, Ranieri; Dodo (72' Fortini), Mandragora (59' Fazzini), Fagioli, Ndour, Gosens (59' Parisi); Piccoli, Dzeko (72' Gudmundsson). Allenatore: Pioli.

SIGMA OLOMOUC (4-2-3-1): Koutny; Slavicek, Sylla, Kràl, Slàma; Kostadinov (7' Breite), Beran; Ghali, Tkàc (46' Langer), Dolznikov (63' Michez, 77' Sip); Mikulenka (63' Tijani). Allenatore: Janotka.

ARBITRO: Florian Badstubner (Ger); assistenti Günsch-Huwe, quarto ufficiale Petersen, Var Brand-Rafalski

MARCATORI: 26’ Piccoli, 94’ Ndour

NOTE: ammoniti Fagioli (F), Ndour (F), Kostadinov (S), De Gea (F); angoli 8-0 Fiorentina; spettatori 8.149