'Mussolini massonofago', il saggio di Mola

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 25 marzo 2025 – “La Massoneria è sempre stata invisa ai regimi”, spiega lo storico Aldo Alessandro Mola, massimo esperto di questi temi e autore del saggio Mussolini massonofago pubblicato nel nuovo fascicolo della rivista «Nuova Antologia» (a. CLX, n. 2313), edita da Polistampa per la Fondazione Spadolini Nuova Antologia

“Laddove troviamo governi più autoritari, le società segrete sono quantomeno sorvegliate speciali: è il caso della Russia di Putin, dell’Ungheria di Orban o anche della Turchia di Erdogan. In quest’ultimo caso i massoni sono maggiormente tollerati, anche perché lo stesso Atatürk era un affiliato. Ma se guardiamo agli stati islamici di stampo più confessionale, la situazione peggiora: in Iran, sotto Khomeini, i massoni venivano giustiziati”.L’articolo di Mola, dedicato al disegno di legge sulla “Regolarizzazione dell’attività delle associazioni, enti ed istituti e dell’appartenenza ai medesimi del personale dipendente dallo Stato, dalle province, dai comuni e dalle istituzioni pubbliche di beneficenza” presentato da Benito Mussolini il 12 gennaio 1925, spiega come l’allora presidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Esteri intendesse colpire, pur non citandoli apertamente, proprio i massoni, considerati una minaccia alla sicurezza dello Stato.

Già denunciati come ateisti, antipatriottici e asserviti a interessi stranieri, i Liberi Muratori erano già stati criticati da figure come Luigi Einaudi, Benedetto Croce e Giovanni Gentile.

Così, con quella che lui stesso definì la “prima legge fascistissima”, il Duce mise all’attivo decenni di polemiche antimassoniche serpeggianti nel Paese da parte dei cattolici, dei socialisti rivoluzionari, di frange dei repubblicani e dei militanti del partito comunista d’Italia.

L'articolo di Aldo A. Mola