Morte a Massa, schiacciato da un lastrone di marmo

Redazione Nove da Firenze

A pochi giorni dalla tragedia che ha visto la morte di due cavatori a Carrara e fatto balzare alle cronache l'elenco dei morti nel comparto, la tragedia si ripete."Bisogna dissolvere la cappa di omertà che permea il settore lapideo. Spesso anche noi sindacalisti non riusciamo a farci raccontare come è andata o come avvengono certe lavorazioni. Se vogliamo uscire da questa situazione ci vuole più trasparenza” la dichiarazione di Giacomo Bondielli, coordinatore del settore lapideo per la Filca-Cisl Toscana, è un cazzotto nello stomaco.

Stamani nelle prime ore del giorno un operaio è rimato schiacciato mentre caricava una lastra di marmo. Dal mese di agosto ad oggi sono 6 le vittime nel comparto del marmo a Carrara. Solo pochi giorni fa è stata la Giornata mondiale della salute e sicurezza, e la Cgil e la Fillea CGIL Toscana, insieme Cisl e Uil, alla manifestazione a Seravezza (Lucca) hanno richiamato l'attenzione sulla necessità di intervenire nel settore del marmo, ponendo una serie di proposte. "Ancora un morto in un'azienda che lavora il marmo è una situazione insostenible, siamo di fronte ad una vera e propria carneficina" commenta il presidente della Regione Enrico Rossi e annuncia, a breve, un progetto speciale della Regione, invitando le imprese ad una piena assunzione di responsabilità.

"Potenziamo i controlli, la prevenzione, la vigilanza e l'assistenza, che sono di competenza della Regione. Non faremo mancare nulla in termini di uomini e risorse. I controlli saranno davvero a tappeto, inflessibili, improntati al massimo del rigore. Ma nessuno deve dimenticare che le responsabilità della sicurezza, all'interno di un'azienda e in qualsiasi luogo lavoro, spettano primariamente al datore di lavoro, è lui che deve assicurarsi che i lavoratori svolgano la propria attività in condizioni di sicurezza e che vengano adottati tutti i mezzi e le procedure perché questa si realizzi effettivamente. E' questa assunzione di responsabilità, in definitiva, il segreto del successo nella battaglia contro le morti e gli incidenti sui luoghi di lavoro.

Per questo - prosegue Rossi - stiamo lavorando ad un progetto speciale, simile a quello che stiamo sperimentando con successo a Prato, che prevede l'impiego di operatori incaricati di fare controlli capillari sui luoghi di lavoro".Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana: “Esprimiamo profondo dolore e cordoglio, siamo vicini alla famiglia. E' evidente che nella zona del marmo c'è una situazione straordinaria da affrontare: tutte queste morti non sono fatalità.

Per questo facciamo nuovamente appello a tutti i soggetti interessati - dagli imprenditori alla istituzioni - a mettere in campo tutto il possibile per combattere la piaga degli incidenti sul lavoro. Non si lasci nulla di intentato”.

Giulia Bartoli, Segretaria Generale Fillea CGIL Toscana, dichiara: “Non è il momento delle parole ma dei fatti. Il tema sicurezza non è rivolto solo al lavoro nell'estrazione, anche se qui l'incidenza è indubbiamente più alta così come il rischio. Il tema riguarda l'intero comparto, è una questione non circoscritta ma estesa. Il 28 aprile abbiamo richiesto un incontro alla Regione presentando le nostre proposte, stiamo ancora aspettando la convocazione come categorie regionali e invitiamo il presidente della Regione Enrico Rossi a procedere il più celermente possibile”.

“Insistere sulla formazione e la cultura della sicurezza e rivedere le norme sui pensionamenti, perché dopo i 60 anni certi lavori forse sarebbe giusto non doverli fare" la prima reazione, insieme all’espressione di Giacomo Bondielli, coordinatore del settore lapideo per la Filca-Cisl Toscana.“Siamo affranti – dice Bondielli - ancora un morto a appena 15 giorni dalla duplice tragedia di Colonnata. Dalla dinamica di quanto è accaduto stamani, per come è stato possibile ricostruirla finora, emergerebbe che qualcosa non è stato fatto secondo i canoni della sicurezza.

Purtroppo talvolta a tradire i lavoratori è la confidenza con una lavorazione che si conosce. E quindi dobbiamo insistere ancor più sulla formazione e la cultura della sicurezza, che sono basilari in settore come questo, molto pericoloso. Le procedure da rispettare salvano vite – aggiunge il sindacalista Filca – forse dovrebbero essere davvero riviste le norme per la pensione. La vittima aveva 61 anni e, a quanto abbiamo saputo, già molti anni di contributi. E lavori così, oltre i 60 anni sono doppiamente pericolosi.

Bisogna dissolvere la cappa di omertà che permea il settore lapideo. Spesso anche noi sindacalisti non riusciamo a farci raccontare com’è andata o come avvengono certe lavorazioni. Se vogliamo uscire da questa situazione ci vuole più trasparenza.”

Giacomo Bugliani, consigliere regionale Pd e Antonio Mazzeo, consigliere regionale Pd e vicesegretario Pd Toscana: “Il dolore che abbiamo vissuto le scorse settimane per la tragedia di Colonnata si rinnova oggi alla notizia della scomparsa di Carlo, rimasto ucciso in un laboratorio di marmi. Il pensiero va immediatamente alla famiglia dell’uomo e ai colleghi di lavoro, a cui esprimiamo il nostro cordoglio e la più totale vicinanza. Resta ovviamente da fare luce sulle dinamiche di quanto accaduto ma come rappresentanti delle istituzioni non possiamo non tornare a insistere con forza sulla necessità di fare il massimo per la sicurezza nei luoghi di lavoro, particolarmente in settori delicati e complessi come quelli relativi all’estrazione e alla lavorazione del marmo; un tema che deve rappresentare per tutti, dalla politica alle associazioni datoriali e sindacali, una priorità costante”.

"C’è evidentemente da intervenire nella organizzazione del lavoro, intensificare i controlli dei servizi ispettivi, incrementare la formazione e la prevenzione, modulare il sistema sanzionatorio in base alla gravità delle inadempienze fino alla revoca della concessione" queste le parole del segretario della Feneal Uil della Toscana, Ernesto D'Anna, che ha espresso, a nome di tutto il sindacato, "cordoglio ai familiari della vittima".

"L’incidente mortale di stamani - continua D'Anna - mette in evidenza tutti i limiti della Riforma Fornero. Ancora una volta un lavoratore ultra 60enne vede la vita. Non è possibile in un Paese civile prevedere il requisito pensionistico otre i 62 anni a prescindere dal lavoro svolto. Bisogna che la flessibilità in uscita consideri non solo l’età anagrafica e contributiva ma anche la gravità e pericolosità della mansione svolta"."E’ una guerra - dice con rabbia Francesco Fulignani, segretario della Feneal di Carrara - Non ci sono più parole per descrivere la situazione che viviamo qui a Carrara.

Abbiamo già avuto incontri con il presidente Rossi, il quale ha preso impegni per quanto riguarda il lavoro in montagna. Ed ecco che oggi arriva un'altra notizia che invece riguarda la lavorazione a valle. E' insensibile andare avanti così, serve davvero l'impegno massimo di tutti per arginare questo stillicidio".