Montespertoli: annullata la degustazione dei vini di Ramat HaNegev

Redazione Nove da Firenze

Montespertoli - Il Comune di Montespertoli comunica che, in seguito a un'attenta riflessione, è stata presa la decisione di annullare la degustazione dedicata ai vini prodotti nella regione israeliana di Ramat HaNegev prevista nell'ambito della 67ª Mostra del Chianti.

La scelta nasce dalla volontà di preservare il carattere inclusivo e sereno della manifestazione, evitando che un singolo evento possa essere percepito come divisivo o politicamente schierato, soprattutto in un momento storico segnato da tensioni e conflitti nella regione mediorientale.“La Mostra del Chianti ha un ricco programma di eventi, degustazioni e incontri, celebra la tradizione vitivinicola di Montespertoli e promuove i valori di condivisione e inclusività che sono alla base della nostra comunità.

Per questo vedere arrivare da fuori Montespertoli messaggi intrisi di odio mi ha fatto male come rappresentante di una comunità che ha sempre fatto della sua festa un motivo di incontro e orgoglio, è inutile parlare di costruire ponti se poi chi ne parla è promotore di esclusione: non si costruisce la pace isolando e discriminando cittadini di un paese per il passaporto che hanno. Anche la comunicazione va disarmata da ogni pregiudizio, aggressività, fanatismo, odio, razzismo, antisemitismo e non è ciò che abbiamo visto dai contenuti social di queste ore.

Montespertoli è città con profondi e radicati valori di accoglienza come lo dimostra la sua storia e non si presta a chi vuole rovinarne la reputazione” dichiara il Sindaco, Alessio Mugnaini.È importante sottolineare che l'intento dell'iniziativa è esclusivamente culturale ed enologico: offrire uno sguardo su una realtà vitivinicola unica, dove la ricerca e l’innovazione applicate all’agricoltura hanno consentito la coltivazione di vitigni pregiati in un contesto ambientalmente ostile come quello del deserto, producendo peraltro scoperte utili anche agli agricoltori locali per mitigare e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni.

Per questa ragione l’iniziativa era un’occasione importante di scambio e di confronto su buone pratiche in grado di rispondere alle sfide di un clima sempre più instabile e ostile anche alla coltivazione. L’area di Ramat HaNegev, peraltro, è una regione in cui vivono fianco a fianco ebrei israeliani e beduini israeliani, rappresentando dunque anche uno spazio di convivenza felice in Medio Oriente.“Riconosciamo che, in questo contesto internazionale tanto delicato quanto doloroso, anche iniziative nate in tempi diversi e con finalità esclusivamente culturali e di scambio – come quella dedicata ai vini del deserto di Ramat HaNegev – possano assumere, loro malgrado, connotazioni politiche o essere percepite come prese di posizione rispetto a conflitti ancora drammaticamente aperti.

La Mostra del Chianti è da sempre uno spazio di incontro, dialogo e valorizzazione delle culture enogastronomiche. Non è mai stata – né vuole diventare – una piattaforma che si offre alla strumentalizzazione di un conflitto o che crei divisioni all’interno della nostra comunità. Per questo motivo, con senso di responsabilità e profondo rispetto per le sensibilità di tutti coloro che partecipano alla manifestazione, abbiamo deciso di sospendere l’evento. Una scelta sofferta ma necessaria per preservare l’atmosfera accogliente e armoniosa che da 67 anni caratterizza la Mostra del Chianti, mantenendola un luogo aperto, inclusivo e libero da tensioni.” prosegue il Sindaco.

Il Sindaco prosegue ricordando che la solidarietà della comunità di Montespertoli è rivolta a tutte le popolazioni colpite da guerre e ingiustizie. A testimonianza di questo impegno, da tempo sulla facciata del Palazzo Comunale campeggia la bandiera della pace e un manifesto con la scritta “Cessate il fuoco ora”.“Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e vicinanza a tutte le popolazioni colpite da guerre, ingiustizie e violenze nel mondo: ai civili ucraini che ancora subiscono le conseguenze dell’invasione russa e di un conflitto prolungato; alle comunità del Sudan, dell’Etiopia, dell’Afghanistan, della Siria, della Repubblica Democratica del Congo, della Colombia, del Myanmar; e, naturalmente, alla popolazione palestinese travolta da una crisi umanitaria che ogni giorno impone costi insopportabili in termini di vite umane, diritti e dignità, così come ai civili israeliani vittime del terrorismo e coloro ancora tenuti in ostaggio a Gaza.

Siamo altresì convinti che le responsabilità dei governi non possano e non debbano ricadere sui singoli cittadini, che troppo spesso sono le prime vittime delle decisioni. Anche molti cittadini israeliani vivono con sofferenza e disagio le scelte del proprio governo, tant’è che da mesi manifestano contro Netanyahu: a loro, come a chi manifesta a Gaza contro Hamas, va il nostro profondo sostegno. Mai come ora sentiamo il bisogno di difendere gli spazi di confronto, ascolto e dialogo. Crediamo che la cultura, come anche il vino, possano – e debbano – essere strumenti di relazione, conoscenza e riconoscimento reciproco.

Ponti, non muri. Ma oggi, con responsabilità e consapevolezza, riconosciamo che questa decisione deve essere presa soprattutto nell’interesse della Mostra del Chianti, delle aziende agricole e delle associazioni che vi partecipano e per evitare strumentalizzazioni di chi nasconde altri intenti dietro alle dichiarazioni di pace. Questo però non è un addio ma solo un arrivederci a un tempo che speriamo sia migliore, un tempo in cui poter riprendere questo percorso e, anzi, ampliare le contaminazioni culturali, aprendoci sempre di più all’incontro con altri popoli e a nuove storie da condividere.

Un tempo finalmente di pace vera, giusta e duratura”. conclude.