Mario D'Agata campione vero, una targa a Firenze

Redazione Nove da Firenze

Un grande sportivo ma anche un esempio di tenacia e forza di volontà capaci di superare difficoltà e pregiudizi. È Mario D’Agata, campione italiano ed europeo di pugilato, che oltre agli avversari sul ring ha dovuto anche combattere contro i preconcetti del mondo dello sport nei confronti dei portatori di disabilità. Nonostante fosse nato sordo, riuscì infatti a diventare prima professionista e poi campione di pugilato

Alla cerimonia di questa mattina erano presenti, tra gli altri, l’assessora alla Toponomastica Caterina Biti, il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli, Annamaria D’Agata figlia del campione, Roberto Petrone presidente della sezione fiorentina dell’ENS (Ente nazionale sordi).

“Con la cerimonia di oggi si conclude un percorso iniziato nel 2023 con una mozione della commissione consiliare cultura e sport e del consiglio comunale che invitava la giunta a collocare una targa per ricordare questa figura di primissimo piano nello sport italiano. Un invito raccolto che con una delibera ha dato seguito a questa richiesta. E oggi siamo qui, con la figlia, per scoprire questa targa collocata dove D’Agata visse per oltre 40 anni e con cui vogliamo ricordare una figura non solo per gli indubbi meriti sportivi: la sua vita è una testimonianza di forza di volontà, passione e tenacia e rappresenta un esempio non solo per gli sportivi ma per tutti noi” ha dichiarato l’assessora Biti.

"Mario D'Agata ha dimostrato che nello sport non esistono barriere insuperabili, che la volontà è più forte delle limitazioni - ha sottolineato l'assessora allo sport Letizia Perini - è stato una leggenda del pugilato e un simbolo di determinazione, talento e passione. La storia di D'Agata è un modello positivo, un esempio e anche un punto di riferimento per le politiche di questa amministrazione: per noi lo sport è uno spazio aperto, in cui ognuno può sentirsi accolto, valorizzato, guidato nel suo percorso di sviluppo, e può esprimere liberamente le sue qualità senza sentirsi giudicato".

"La sua carriera di campione è passata attraverso soddisfazioni e altrettanto grandi difficoltà, a partire da quelle tecniche, per la partecipazione alle competizioni - ha ricordato il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli - un uomo straordinario, che ha saputo reagire alle avversità della vita, con tenacia, forza, umiltà e grande dignità. La boxe gli ha dato tanto, gli ha fatto vivere momenti di gloria indimenticabili. Con questa targa vogliamo tramandare i suoi valori e di essere stato un simbolo non solo quello che ha fatto sul ring”.

Mario D’Agata nacque sordo ad Arezzo il 29 maggio 1926. Appassionato di pugilato, nel 1950 diventò professionista. La federazione, in prima istanza, bocciò la sua richiesta perché venne accertato che D’Agata non percepiva il suono del gong ad inizio e fine ripresa ma con caparbietà, nel 1952, ottenne la licenza diventando il primo pugile sordo a competere a livelli professionistici. Mario D’Agata diventò campione italiano dei pesi gallo nel 1953 e, successivamente, campione europeo e campione del mondo dei pesi gallo. Dal 1956 visse a Firenze, nell’abitazione in viale Aleardi, fino alla sua morte avvenuta nel 2009.. È Mario D’Agata, campione italiano ed europeo di pugilato, che oltre agli avversari sul ring ha dovuto anche combattere contro i preconcetti del mondo dello sport nei confronti dei portatori di disabilità. Nonostante fosse nato sordo, riuscì infatti a diventare prima professionista e poi campione di pugilato. 

Alla cerimonia di questa mattina erano presenti, tra gli altri, l’assessora alla Toponomastica Caterina Biti, il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli, Annamaria D’Agata figlia del campione, Roberto Petrone presidente della sezione fiorentina dell’ENS (Ente nazionale sordi).“Con la cerimonia di oggi si conclude un percorso iniziato nel 2023 con una mozione della commissione consiliare cultura e sport e del consiglio comunale che invitava la giunta a collocare una targa per ricordare questa figura di primissimo piano nello sport italiano. Un invito raccolto che con una delibera ha dato seguito a questa richiesta. E oggi siamo qui, con la figlia, per scoprire questa targa collocata dove D’Agata visse per oltre 40 anni e con cui vogliamo ricordare una figura non solo per gli indubbi meriti sportivi: la sua vita è una testimonianza di forza di volontà, passione e tenacia e rappresenta un esempio non solo per gli sportivi ma per tutti noi” ha dichiarato l’assessora Biti.

"Mario D'Agata ha dimostrato che nello sport non esistono barriere insuperabili, che la volontà è più forte delle limitazioni - ha sottolineato l'assessora allo sport Letizia Perini - è stato una leggenda del pugilato e un simbolo di determinazione, talento e passione. La storia di D'Agata è un modello positivo, un esempio e anche un punto di riferimento per le politiche di questa amministrazione: per noi lo sport è uno spazio aperto, in cui ognuno può sentirsi accolto, valorizzato, guidato nel suo percorso di sviluppo, e può esprimere liberamente le sue qualità senza sentirsi giudicato".

"La sua carriera di campione è passata attraverso soddisfazioni e altrettanto grandi difficoltà, a partire da quelle tecniche, per la partecipazione alle competizioni - ha ricordato il presidente del Quartiere 1 Mirco Rufilli - un uomo straordinario, che ha saputo reagire alle avversità della vita, con tenacia, forza, umiltà e grande dignità. La boxe gli ha dato tanto, gli ha fatto vivere momenti di gloria indimenticabili. Con questa targa vogliamo tramandare i suoi valori e di essere stato un simbolo non solo quello che ha fatto sul ring”.

Mario D’Agata nacque sordo ad Arezzo il 29 maggio 1926. Appassionato di pugilato, nel 1950 diventò professionista. La federazione, in prima istanza, bocciò la sua richiesta perché venne accertato che D’Agata non percepiva il suono del gong ad inizio e fine ripresa ma con caparbietà, nel 1952, ottenne la licenza diventando il primo pugile sordo a competere a livelli professionistici. Mario D’Agata diventò campione italiano dei pesi gallo nel 1953 e, successivamente, campione europeo e campione del mondo dei pesi gallo. Dal 1956 visse a Firenze, nell’abitazione in viale Aleardi, fino alla sua morte avvenuta nel 2009.