'Divieto di turismo povero' è la campagna dell’estate 2025
Sembra una vera e propria campagna contro il turismo povero, sciatto, che non spende. Ogni giorno leggiamo le proteste di albergatori e ristoratori fiorentini che se la prendono con chi va a dormire a Montecatini dove si spende meno e poi viene a Firenze e con chi a tavola divide un piatto in due e beve l’acqua del sindaco. Davide Risoluti, titolare della Vineria del Re in piazza della Repubblica, dice a La Nazione: “Così non si va avanti. Il centro è invaso da turisti che mangiano un solo piatto, si portano l’acqua da casa, non ordinano nemmeno un calice di vino e pretendono di non pagare il coperto.
Dobbiamo fare una selezione”. Anche per lui “bisogna limitare il numero di pullman che arrivano in città. Alcuni scaricano centinaia di persone tutte insieme, senza alcuna gestione. I bus creano traffico, portano comitive che non spendono nulla, fanno solo danni. La soluzione è semplice: fissare un numero massimo di ingressi giornalieri per i pullman turistici e alzare il ticket d’ingresso. Solo così possiamo selezionare i flussi e migliorare la qualità”.
Insomma, chi non può spendere 60 euro al ristorante, chi non può dormire in un hotel a 300 euro a notte, non può visitare la Galleria degli Uffizi o ammirare le sale di Palazzo Vecchio. E’ un’opinione. Va rispettata. Ma tra gli imprenditori c’è chi fa un’altra considerazione: “Da 40 anni sono qui. I cicli ci sono sempre stati. Dopo la pandemia c’è stata una forte crescita, ora il calo. Ma l’inflazione ha svuotato le tasche, anche dei turisti. E quando i prezzi salgono troppo, il mercato reagisce: la gente si ferma” dice al giornale Fiorenzo Smalzi, titolare di Smalzi Cafè.
A proposito di caffè, quanto costa un espresso?