La tradizione degli Studia comunali nelle città di età moderna

Redazione Nove da Firenze

La Casa Editrice Leo S. Olschki pubblica questo volume [cm 17 × 24, 142 pp. € 26,00] tra racconta la storia delle più antiche università italiane, le cui origini risalgono agli ultimi secoli del Medioevo.

Queste prestigiose istituzioni nacquero e si svilupparono per la maggior parte in stretta simbiosi con le istituzioni di governo delle città comunali. Fortemente voluti dalle classi dirigenti locali, gli Studia cittadini furono sostenuti economicamente dalle finanze del comune e inquadrati nella normativa statutaria: essi, infatti, offrivano alle élite intellettuali una straordinaria occasione di affermazione economica e sociale, in un contesto cui le competenze garantite dagli studi universitari risultavano sempre più indispensabili per l’esercizio delle professioni e degli uffici pubblici. Una volta conclusasi la stagione del comune come forma politica di reggimento della città, che cosa resta di quella fertile esperienza?

Il libro dell'editore fiorentino cerca di rispondere alla domanda, seguendo la storia di alcune importanti sedi universitarie nella compagine degli Stati di età moderna; il ricordo della fase comunale, riconfigurata in mito d’origine, alimenta senza dubbio auto-rappresentazioni orgogliose e rivendicazioni municipalistiche, ma di quel rapporto fondativo tra università e comune restano anche tracce concrete a livello di storia della società e delle istituzioni cittadine.