Inceneritore di Case Passerini: i cittadini lo rifiutano, meglio differenziarsi

Antonio Lenoci

Anche il Consiglio comunale di Firenze, dopo quello di Sesto Fiorentino, discuterà una mozione, presentata la settimana scorsa, per dire No all'inceneritore di Case Passerini e che indica nella strategia rifiuti zero e nella diffusione della raccolta differenziata la strada per risolvere la gestione dei rifiuti "creando posti di lavoro, incentivando la green economy con tecnologie non inquinanti e più remunerative per i soggetti gestori" questo affermano i Consiglieri Tommaso Grassi e Giacomo Trombi insieme alle Consigliere Miriam Amato e Donella Verdi.

I due gruppi consiliari di Palazzo Vecchio aderiscono alla manifestazione e al concerto di giovedì prossimo alle Piagge promosso dalle Mamme NoInceneritore ed invitano la cittadinanza ad essere presente in Commissione e poi Consiglio comunale quando verrà discussa la mozione.Il progetto dell'inceneritore prevede la forestazione e l'impianto di aree boschive "esattamente dove, secondo il regolamento di ENAC, per motivi di sicurezza non può esserci niente" sostengono i consiglieri che dunque vedono come una chimera il verde inserito sui progetti.

La soluzione sarebbe solo quella di cambiare radicalmente strategia.Ma Firenze sarebbe in grado di gestire una raccolta porta a porta? Secondo gli esperti non si tratterebbe solo di una mobilitazione di uomini e mezzi idonei, ad esempio adatti a spostarsi velocemente per il recupero mirato seguendo un calendario prestabilito carta, vetro e plastica, umido ed ingombranti, ma di un salto culturale di difficile attuazione in città. In montagna funziona bene, ne ha tessuto le lodi più volte Uncem ed i piccoli comuni sono i migliori differenziatori anche in condizioni impervie di urbanizzazione.

Ma grandi condomini centrali o periferici sarebbero in grado di rispondere positivamente? Al momento la differenziazione maggiore vede i cittadini districarsi tra i cassonetti gialli e quelli azzurri, mentre discreti risultati sono arrivati dalla sperimentazione dei nuovi cassonetti. Sulle buste colorate, Firenze risulta indietro e la riprova si avrebbe nei supermercati dove il sacchetto nero batte nettamente la concorrenza. Mancanza di incentivi e libertà di gestione concorrerebbero al conferimento tradizionale nel sacco.

Una tradizione breve però, perché a Firenze sino gli anni '90 i cittadini lasciavano i sacchetti sull'uscio, poi sono arrivati i primi cassonetti, una rivoluzione. Tornare indietro per prendere la rincorsa?Ricordano ancora i consiglieri che "Grandi città hanno adottato il porta a porta per ottimizzare la raccolta dei rifiuti e tutelare la salute pubblica da pratiche nocive come l'incenerimento. Il nuovo regolamento UE inoltre inserisce restrizioni per i pop inquinanti Organici Persistenti tipici degli inceneritori" dunque la strada appare quasi obbligata, ma passa attraverso un impegno non indifferente, anzi differenziato.