Il Novecento di Catarsini
Si intitola Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina, la mostra organizzata dalla Fondazione che reca il nome dell’Artista viareggino e che si è aperta questo pomeriggio nella sede della Giunta Regionale della Toscana, a Palazzo Sacrati Strozzi, in Piazza del Duomo a Firenze.
Un’esposizione che si apre proprio a Firenze – città che dopo la natia Viareggio vanta il maggior numero di esposizioni di Catarsini – nei giorni in cui la Fondazione celebra i suoi primi cinque anni di attività, che presenta delle caratteristiche innovative (prima tra tutte la piena accessibilità anche per i visitatori con disabilità visiva) e che sarà itinerante in varie sedi della Toscana.
La mostra itinerante propone fino al 18 luglio la selezione di 53 opere, fra dipinti e disegni, raffiguranti paesaggi, darsene, marine, cantieri, ritratti, nature morte, realizzate tra gli anni ’30 e gli anni ’80 del Novecento per raccontare il cammino artistico di Alfredo Catarsini (Viareggio 1899-1993).
«Sono rimasto ammirato della mostra delle opere di Alfredo Catarsini allestita in questo palazzo storico – ha detto il Presidente della Toscana, Eugenio Giani -, sede della Regione Toscana. Questo patrimonio che la Fondazione Catarsini riesce a conservare e a diffondere vivrà tappe in tutta la Toscana, per cui sono onorato che si parta proprio dalla sede della Regione, in piazza del Duomo a Firenze».
Vietato non toccare! Il grande progetto per l’accessibilità
L'intero percorso espositivo de Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina è accessibile anche ai visitatori con disabilità visiva grazie al progetto pluriennale della Fondazione Catarsini denominato "L'Arte accessibile per tutti", che si avvale della metodica ideata e messa a punto dalla Fondazione, attuata sin dal 2022 nei totem e nelle tappe del Cammino I luoghi di Catarsini e utilizzata anche durante l’ultima edizione del Carnevale di Viareggio e in percorsi museali.
L'accessibilità è garantita da descrizioni adattate e da audioguide in italiano e in inglese scaricabili tramite codici QR (posizionati sul banner e i manifesti all'ingresso della mostra e sui cartellini di ogni opera esposta), che accompagnano il visitatore attraverso il percorso espositivo, che possono effettuare autonomamente e in sicurezza ascoltando l'audio guida e le opere offrendo modalità di fruizione alternative alla vista.
Ma c’è di più: vi sarà la possibilità di leggere tattilmente – cioè toccare - alcune delle opere esposte creando un contatto fisico che arricchisce l'esperienza sensoriale approfondendo la comprensione di materiali e forme. Rendere le opere tangibili sottolinea l'importanza di un approccio diretto all'arte, promuovendone l’accessibilità in contrapposizione a una fruizione puramente visiva e contemplativa.
Tuttavia a causa della loro fragilità o per esigenze di conservazione, alcune opere esposte non possono essere toccate direttamente o sono protette da vetro. Per questo è stato creato all'interno della mostra uno spazio speciale chiamato Laboratorio esperienziale. In esso, i visitatori possono sperimentare la metodica della Fondazione Catarsini: innanzitutto ascoltare la descrizione adattata dell’immagine, in italiano o in inglese. Questo approccio è pensato appositamente per trasmettere informazioni necessarie sull'aspetto dell'opera originale (misure, ambientazione, tecnica, colori), ma anche sulla reinterpretazione in alto rilievo scultoreo, permettendo a chi non può vederla, almeno di "immaginarla" prima di esplorarla tattilmente.
Quindi si può “leggere con le mani” un alto rilievo scultoreo che è stato realizzato dal Museo Tattile Statale Omero di Ancona prendendo ispirazione da una delle opere di Alfredo Catarsini in mostra a Palazzo Sacrati Strozzi. L’alto rilievo è una riproduzione tridimensionale semplificata realizzata, nel nostro caso, in dimensioni originali, e il visitatore è guidato dal sonoro per orientarsi e comprendere l'immagine riprodotta.
In definitiva, i Laboratori esperienziali allestiti dalla Fondazione Catarsini offrono un'alternativa tattile per quelle opere che, per varie ragioni non possono essere esplorate tattilmente, garantendo comunque a tutti i visitatori la possibilità di interagire con l'arte attraverso il tatto e l'udito al fine di conciliare l'accessibilità con la conservazione del patrimonio artistico.
La mostra
Arricchita e completata dal catalogo con i testi di Eugenio Giani, Elena Martinelli, Cristina Acidini, Lucia Mannini, Rodolfo Bona, Gloria Chiarini, Elena Pontiggia, Sandro Gorra e Claudia Menichini, la mostra testimonia la parabola artistica di Catarsini durante il “secolo breve”, partito da dipinti di derivazione macchiaiola e postimpressionista e proseguito attraverso esperienze segnate dal gusto dei primitivi e dal richiamo all’ordine, per approdare alle forme volumetriche e plastiche degli anni Trenta e alle grandi composizioni a soggetto storico e religioso realizzate fra 1936 e 1948.
Nel secondo dopoguerra il suo percorso è caratterizzato da sperimentazioni, con le opere del periodo del suo Riflessismo, da rotture formali e dalla temperatura espressiva in cui si è incubato il realismo esistenziale italiano degli anni Cinquanta.
Quindi a partire dal 1948, Catarsini sviluppa una nuova forma espressiva incentrata sul difficile rapporto tra natura, uomo e macchina - ribattezzato Simbolismo meccanico e caratterizzato da pitture che raffigurano complessi ingranaggi -, un tema divenuto sempre più urgente nel secondo dopoguerra e oggi di grande attualità.
Da segnalare che tra le opere di Catarsini a Palazzo Sacrati Strozzi, vi è anche Il grano della bonifica lucchese, il grande dipinto su tela (cm 233 x 300) con cui l’Artista prese parte nel 1940 alla seconda edizione del "Premio Cremona" e che normalmente si può ammirare a Villa Bertelli di Forte dei Marmi.
Tra le novità presenti in mostra, anche tre dipinti – Mare agitato del 1969, Ritratto di un allievo del 1951 e Capanni sul mare del 1936 – che sono stati ritrovati recentemente sul mercato e vengono qui proposti per la prima volta dopo molto tempo.
Fino al 18 luglio sono previste alcune visite guidate alle quali ci si può prenotare chiamando in orario d’ufficio il numero della Fondazione Catarsini 342.1684031.