I Gaddi da pittori a uomini di governo

Redazione Nove da Firenze

Nel lasso di tempo coperto dalla vita di due soli suoi componenti, Agnolo (1398-1474) e suo figlio Francesco (1441-1504), i Gaddi passarono dall’essere una famiglia di artisti a un affermato casato nobiliare. Le scelte del primo sulla conduzione dell’attività mercantesca, ma soprattutto sull’appoggio e sulla partecipazione al ‘reggimento’ mediceo proprio negli anni della sua definitiva affermazione, permisero al secondo di entrare nei meccanismi e negli uffici del potere fiorentino, in particolare come oratore al servizio del Magnifico, con un considerevole ritorno per entrambi in termini di ricchezze e di affermazione sociale.

Questo volume ripercorre dunque la parabola di due personaggi versatili, capaci di sfruttare al meglio le possibilità offerte dal loro tempo, attori partecipi non solo della vita politica, ma anche di quella culturale della loro città, il che li rende due classici esempi di ‘mercanti-scrittori’ fiorentini. Del resto, solo il gran numero di lettere, ricordi e diari che essi stessi hanno prodotto ha reso possibile questa ricerca e le molte altre riguardanti, in modo più o meno diretto, i Gaddi del Quattrocento.

Daniele Giusti si è laureato nel 2013 in Scienze Storiche presso l’Università degli Studi di Firenze. Questo libro è la rielaborazione della sua tesi di laurea magistrale. In precedenza, ha pubblicato due saggi: Scritture quattrocentesche della famiglia Gaddi: il Priorista e i Ricordi («Archivio Storico Italiano», CLXXIII, 2015, f. 2, pp. 191-237) e I castelli e l’incastellamento attraverso le pagine della «Miscellanea storica della Valdelsa» («Miscellanea storica della Valdelsa», CXXII, 2016, f. 1, pp. 3-36).