Hermann Hesse: la pittura e la scrittura

Redazione Nove da Firenze

Saranno messi all'incanto venerdì 21 maggio 2021 alle ore 15, nella sede di Via Maggio 28/a a Firenze, 24 tempera e inchiostro su carta del famoso scrittore Hermann Hesse (lotti 419-442 stima 3.000-5.000 l'uno).

Le opere d’arte di Hermann Hesse ci insegnano che scrittura e pittura non sono così diverse. Anzi, possono essere complementari, espressioni di una stessa idea di arte, più alta e antica: la ricerca di armonia ed equilibrio nel mondo fuori e dentro di noi. Scrivere e dipingere, scrittori e pittori, libri e tele, possono sembrare universi distanti, arti fondate su presupposti diversi, addirittura opposti: le parole e le immagini. Ma non è così.

Chi non ha mai letto Siddharta? Il romanzo, scritto ormai un secolo fa, è un pilastro della scoperta del sé, della spiritualità e della ricerca filosofica di ispirazione orientale. Ma Hesse è stato anche un pittore: anzi, è stato sia un pittore che uno scrittore.

I dipinti di Hesse, come quelli di molti altri grandi artisti autodidatti, vengono dalla necessità di uscire dalla propria comfort zone, di osare, di provare la propria adattabilità innanzitutto a sé stessi. L’arte per Hesse fu anche un mestiere, ma non erano i guadagni a spingerlo verso i colori e le tele, semmai una ricerca filosofica e interiore che è la stessa che abbiamo imparato a conoscere attraverso i suoi scritti. Herman Hesse, nella sua vita, creò oltre tremila acquerelli: erano paesaggi, oggetti, autoritratti, frammenti della natura che usava, molto spesso, per illustrare i suoi stessi libri.

Ed è proprio questa la prova definitiva che pittura e scrittura non sono categorie separate, ma espressioni di una stessa necessità filosofica e artistica. Il premio Nobel, che fu tedesco ma poi naturalizzato svizzero, usava la pittura per scandire le immagini significanti del suo percorso: regalava i suoi quadri e i suoi disegni ad amici e colleghi, li accumulava in casa per categorie, facendoli dialogare tra loro come pezzi di un puzzle più profondo.

Dipingere, per lo scrittore, pittore (ma anche poeta e filosofo) era un’attività che aveva a che fare non tanto con la rappresentazione, quanto con la meraviglia, con l’interregno che si naviga quand osi sogna, si immagina e si fa dialogare la fantasia con ciò che percepiamo attraverso i sensi.

Osservando le opere di Hesse notiamo i colori iridescenti e uno sguardo sulla natura tipico della pittura naive e, in un certo senso, di quella modernista. Ma ciò che conta davvero non sono gli stili pittorici - anch’essi delle categorie, delle caselle in cui far rientrare la ricerca soggettiva e collettiva - semmai la volontà che soggiace a quel dipingere: Hesse mirava a trovare un’armonia, un equilibrio che sta nelle parole tanto quanto nei colori e nelle forme. E proprio in virtù di quell’armonia, che attraversa trasversalmente tutta la storia dell’arte, che Hermann Hesse non si definiva mai né pittore né scrittore, ma semplicemente “un artista”.