Gli immigrati terranno in piedi il tessuto commerciale dell'Italia

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 26 settembre 2025 - Con la denatalità alle stelle, saranno gli immigrati a tenere in piedi il tessuto commerciale del Paese. Secondo le stime di Susini Group STP, studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro, nel 2035 circa un parrucchiere su due, un negozio di commercio al dettaglio su tre, due ristoranti su cinque e una boutique di moda su quattro saranno gestite da persone di origine straniera.

Nel 2024 l'Italia ha toccato un nuovo record negativo, solo 370.000 bambini nati. Mai così pochi in tutta la sua storia. Il tasso di fecondità è crollato a 1,18 figli per donna, battendo perfino il cupo minimo del 1995. Nel 2035 saremo oltre 3,5 milioni in meno, una nazione che invecchia, si ritira, si spegne. Chi colmerà il gap della natalità e delle nuove attività saranno inevitabilmente gli immigrati. Mentre le imprese italiane chiudono i battenti (‑4,8 % dal 2013), quelle fondate da imprenditori stranieri esplodono, +27%.

Oggi, più di 1 impresa su 10 è gestita da chi è nato fuori dai confini italiani. Parliamo di oltre 660.000 aziende create da immigrati: una spina dorsale invisibile dell'economia italiana. Si stima che il PIL prodotto annualmente si aggira intorno ai 35 miliardi di euro. Sulla base delle tendenze attuali, dei tassi di natalità e crescita imprenditoriale straniera, le proiezioni al 2035 sono sorprendenti.Nel commercio al dettaglio, oggi circa il 15,2% delle attività è a guida straniera. Nel 2035 tra il 28% e il 32% dei negozi sarà gestito da immigrati o nuovi italiani.

Senza il loro contributo, intere vie commerciali sarebbero serrande abbassate.Nella ristorazione nel 2035 potremmo arrivare a 2 ristoranti su 5. Non è più solo kebab o cucina etnica: aprono bar, pizzerie, agriturismi, osterie. L'Italia da mangiare si sta "globalizzando".Riguardo a boutique e moda, attualmente si stima 12‑15% a gestione straniera. Nel 2035 si arriverà fino al 25%. Un settore che sembrava "italianissimo", oggi è sempre più cosmopolita.Anche i servizi alla persona (parrucchieri, barbieri, estetiste, lavanderie ecc.), ha avuto una crescita impressionante negli ultimi 10 anni, +101,6%.

Si stima che nel 2035 quasi 1 attività su 2 sarà in mano a imprenditori immigrati. In molte città, i saloni per capelli afro o le estetiste rumene sono già il nuovo standard.«Mentre gli italiani invecchiano e le culle restano vuote, la nuova generazione di imprenditori arriva da ogni angolo del mondo: Marocco, Bangladesh, Albania, Cina, Romania. Molti sono "nuovi italiani", nati o cresciuti qui, con doppia cultura e tanta voglia di fare. Nel giro di un decennio, l'Italia che lavora, serve, produce e cucina sarà sempre più multietnica.

I dati parlano chiaro. E la denatalità non farà che accelerare questa trasformazione. Sarà una crisi o una rinascita? Dipende solo da come l'Italia saprà gestire questa rivoluzione silenziosa», commenta Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group STP.