Fermo della pesca: a rischio centinaia di lavoratori
Il provvedimento, in vigore dal 31 ottobre al 30 novembre 2025, arriva dopo un mese di fermo biologico e riguarda oltre cento imbarcazioni e centinaia di lavoratori lungo la costa toscana. La marineria toscana dovrà restare un altro mese in porto con i motori spenti. Terminato il fermo biologico previsto nel mese di ottobre per le attività di pesca del Mar Tirreno (nell’Adriatico a settembre), i motopescherecci a strascico erano pronti a tornare in mare dal 1 novembre ma la comunicazione dell’UE arrivata solo il 29 ottobre ha gelato tutti. Un colpo che ha spiazzato i capitani e tutta la filiera ittica nuovamente penalizzata da Bruxelles secondo cui le marinerie del Mediterraneo avrebbero già esaurito le giornate di pesca a loro disposizione previste dal piano di gestione europeo West Med. Da Viareggio all'Argentario sono un centinaio le attività bloccate a cui va sommata anche la piccola pesca molto diffusa in tutta l’area dell’Arcipelago.
A denunciarlo è Coldiretti Pesca Toscana che ha informato del prolungamento il Governatore, Eugenio Giani a cui ha chiesto la convocazione del tavolo blu per la pesca. I tempi della sua convocazione sono legati però alla nomina della nuova giunta poiché il tavolo è coordinato dall’assessore all’agroalimentare. Per Coldiretti Pesca le imprese ittiche raggiunte dal prolungamento del fermo devono essere aiutate nell’immediato con risorse compensative per superare un altro mese di stop alle attività che farà mancare sulle tavole oltre 5 milioni di euro di valore di pescato secondo una stima dell’associazione. Il portafoglio da cui attingere è quello del fondo Feampa da cui potrebbero arrivate le sostanze economiche necessarie per sostenere il settore in un momento di grande incertezza.
“È necessario agire subito – sottolinea Coldiretti Pesca Toscana – per garantire la sopravvivenza economica e sociale della flotta a strascico. La pesca a strascico è finita ingiustamente nel mirino delle politiche europee che sta tentando di far chiudere un comparto che porta sulle nostre tavolo il 70% del pescato italiano senza prevedere risorse adeguate per la riconversione. Il prolungamento del fermo pesca è un duro colpo per le imprese già stremate dai continui aumenti di costi e dall’invasione di pesce straniero”.
“Un blocco della pesca a strascico per due mesi consecutivi è economicamente e socialmente insostenibile per le marinerie toscane, che rischiano il collasso senza sostegni immediati” A dirlo è Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, commentando il nuovo stop obbligatorio alle attività deciso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste in applicazione del Regolamento Ue 2025/219.
“L’impatto è devastante – spiega Bartoli – non solo per le imprese di pesca, ma anche per le cooperative che gestiscono i mercati ittici, i servizi di filiera e, a cascata, per la ristorazione e il commercio locale”.
“A complicare ulteriormente la situazione c’è anche il fermo della pesca del nasello, previsto per il mese di novembre e relativo alla pesca artigianale: si tratta di un comparto già duramente colpito durante l’estate dall’emergenza del granchio blu – ricorda il vicepresidente di Fedagripesca Toscana – e che oggi si trova a fare i conti con un’ulteriore interruzione di reddito”.
“Siamo i primi a riconoscere gli sforzi del Ministero per evitare un blocco totale fino a fine anno - aggiunge Bartoli - ma questa situazione doveva e poteva essere gestita in modo diverso. Le motivazioni di questo nuovo fermo erano note da tempo: serviva una pianificazione più attenta e un piano di gestione calibrato sui singoli areali di pesca e sulle flotte locali, per evitare che decisioni generali penalizzassero indiscriminatamente tutto il comparto”.
“Le nostre imprese – conclude il vicepresidente di Fedagripesca Toscana – hanno un’assoluta e impellente necessità di poter programmare il proprio lavoro, senza subire le conseguenze di fattori esterni che nulla hanno a che fare con la pesca locale. Chiediamo alle istituzioni nazionali e regionali l’attivazione immediata di strumenti di sostegno, ristori adeguati e liquidità rapida per salvaguardare il futuro di un settore che rappresenta un presidio economico e sociale fondamentale per le nostre comunità costiere”.