Elezioni regionali: per un pugno di voti

Nicola Novelli

FIRENZE- Cosa non si farebbe per essere eletti? Cosa non si farebbe per conquistare le preferenze sufficienti per battere i diretti concorrenti dentro la propria lista? Beh, talvolta certe cose sarebbe meglio non farle. Per non tradire i principi fondamentali del partito e dello schieramento con il quale ci si candida.

Prendete il caso del Pd a Prato. Esce squassato dalle drammatiche dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, indagata in un'inchiesta per verificare eventuali intrusioni di organizzazioni criminali nella vita istituzionale della città. Nella campagna elettorale in corso per il rinnovo del Consiglio regionale (le elezioni comunali sono previste nel 2026) il Partito Democratico dovrebbe esibire ai propri elettori un percorso di revisione critica, di elaborazione interna delle ragioni che hanno condotto il Comune di Prato al commissariamento.

E invece il precedente sindaco Matteo Biffoni che fa? Lo scorso fine settimana si fa immortalare sui social in compagnia di Asmaa Gacem, l'imprenditrice, nota per essere diventata la proprietaria dell'AC Prato nel luglio 2025, e attiva in vari settori come turismo e l'edilizia, nonostante la giovane età.

La Gacem è stata molto discussa per alcuni progetti speculativi come l'acquisizione di una porzione monumentale del complesso di Santo Spirito a Firenze, estremamente osteggiata sia dal Priore della basilica che da un battagliero comitato di residenti del quartiere. Non proprio il modello ideale di sponsor di una campagna elettorale improntata al cambiamento e al rinnovamento di un partito in difficoltà.

Le curiose contraddizioni della campagna elettorale non finiscono qui. Prendete il caso della Lega Salvini a Firenze. Il partito, tramite i suoi esponenti sul territorio, prende quotidianamente posizione con fermezza contro il degrado e l’abusivismo che da anni affliggono la città, con particolare attenzione al Parco delle Cascine, dove trovano spazio attività illegali di ogni tipo, spaccio di droga ed eventi non autorizzati.

E il consigliere comunale Guglielmo Mossuto, anche lui candidato alle regionali, che fa? Si fa immortalare sui social mentre partecipa a un evento della comunità peruviana al prato del Quercione. La manifestazione pubblica era autorizzata? La vendita di cibi e alcolici svolta a norma di legge? E allora tutti i proclami del partito contro le comunità straniere piene di clandestini e di criminali? Certe volte si diventa tolleranti... per qualche preferenza in più.