E' morto Franco Giorgi

Redazione Nove da Firenze

di Mauro Manganelli

Era l'ultimo di una dinastia di antiquari, le cui origini risalgono al 1853, data di fondazione della omonimia galleria in via De' Serragli a Firenze (posta quasi davanti al teatro Goldoni), fondata dal trisavolo Tommaso e da allora passata di padre in figlio fino ai nostri giorni.

Era competente, discreto ed arguto, come sanno essere i veri fiorentini, ma sempre cortese ed affabile. Le opere che proponeva nella sua galleria erano sempre con un qualcosa in più, mai banali, si trattasse di un dipinto, un tessuto oppure le amate sculture, segno di una raffinata conoscenza, cresciuta nell'agone di una Firenze dove la competizione e' sempre stata, per vole usare un eufemismo, molto vivace.

La sua raffinata estetica si e' rivelata particolarmente apprezzata nel lavoro di studio, dove venne apprezzato come consulente tecnico/perito del tribunale di Firenze, nonche' esperto di societa' assicurative e consulente di facoltosi privati.

Rimarra' come pietra miliare nella storia dell'antiquariato fiorentino, la vendita, in qualita' di art advisor, allo stato italiano dello stemma Martelli scolpito da Donatello (parte del c.d. "Legato-lodo Bardini), che con perizia e sagacia tutta fiorentina riuscira' a destinare al patrimonio nazionale. Emblematiche le sue parole che rappresentano al meglio la sua personalità: " E per quanto la mia parte in quella complessa operazione rimase, com'era giusto che fosse, un po' nell'ombra , ne vado molto orgoglioso, perche' sia la mia citta' che l'intero paese ne trassero un grande guadagno".

Questo era Franco Giorgi e manchera' molto a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.