E' ancora disastro, a Losanna la peggiore Fiorentina dell'anno

Paolo Pellegrini

Ecco, voi dovete dirmi se secondo voi questo è calcio. Voi dovete dirmi se questi bambocci senza ormai più aggettivi, certo tutti negativi ormai, non hanno nemmeno dignità, per andare a fare figure del genere contro una squadra che vale sì e no una nostra bassa serie C, e che invece grazie a loro si trova proiettata tra le prime otto di quella che sarà anche la Coppetta del Nonno ma è comunque competizione internazionale. Voi dovete dirmi se la storia di questa società e di questa maglia si merita uno scempio del genere, come quello che abbiamo visto stasera.

Non una palla giocata, non un tentativo di alzare la testa, unico tiro in porta, se tiro si può chiamare, quello di Sohm al minuto 94. Sohm che poveretto, un gran giocatore non è, e lo dimostra a più riprese: nel mio personale registro delle cazzate – quelle di squadra stasera sono state 45, forza ragazzi che i punti per la Mucca Carolina ormai sono vicini, dai – si conquista un buon podio. Dietro l’ineffabile Hans Nicolussi Caviglia, che il mio amico ex compagno di banco ribattezza Nicolussi Poltiglia: ne avesse azzeccata mezza, e dico mezza.

Anzi sì: vince il titolo del tiro al piccione, perché tutti e dico tutti i passaggi tentati sono finiti addosso a un avversario, salvo un paio di lancioni poi senza effetto perché mal ripagati dal destinatario di turno, senza contare che il Professorino si è fatto svellere dai piedi anche qualche palla sanguinosa perfino poco fuori della propria area.

Ma di palle sanguinose stasera ne ho viste perdere a decine. Ne ho viste non giocare a decine. Ho visto un branco di sbandati senza arte né parte, pallette mosce nella comfort zone di mezzo campo, trame sdrucite tentate sempre per via laterale perché in mezzo era tiro al piccione, schiacciati e compressi dentro la propria area senza cercare mai di uscire ad affrontare l’avversario portapallone di turno. E poi leziosi, tacchetti stupidi regolarmente beffati dagli svizzeri, uscite elegantine salvo perdersi nel bicchier d’acqua di un dribbling senza lucidità. Ecco, senza lucidità.

Nessuno. Nemmeno i più giovani, Kouadio da una parte eccettuato quel tiraccio forse tentativo di cross che Letica ha alzato in angolo – ah già, sette corner sette, zero frutti zero – e anche Fortini su quell’altra corsia. Ora, su Fortini ho bisogno di dire la mia. E’ determinato, il ragazzo, ma calcisticamente è un pezzo di legno di quercia, da sgrossare e sgrezzare e cercare di fargli capire che testa avanti e via non basta, e che magari gli tocca anche difenedre senza perdersi un bischerello qualsiasi (mai un gol quest’anno, Sigua) che inzucca tutto solo in porta, complice anche la dormita di Martinelli, certo.

Certo, se poi tu parti con Pesticcio Kouamé titolare dal primo minuto qualche problema te le vuoi creare…

Ma, dice: testa prima di tutto al campionato. Sì, ecco, vai a giocare così con l’Udinese… E comunque gli impegni sono tutti uguali, si onorano, non si va in campo tanto per esserci, e rimediare una figuraccia oscena come quella di stasera. Davvero oscena, caro mister Vanoli: scusatemi se ci metto del mio, è stata una scelta che non ho approvato fin da principio, purtroppo i numeri e gli esiti mi danno fin qui ragione, ahinoi. E in ogni caso i problemi ci sono in campo ma anche fuori, occorre una dirigenza che sappia gestire, ma a quel che si vede non funziona così, a queste latitudini.

Poi certo ognuno ci mette del suo. Lui che sbaglia le formazioni e si incaponisce con un modulo che con queste uova a disposizione non può funzionare. Loro che, come si dice a Firenze, fanno davvero come le uova, più stanno a bollire più diventan dure, sode. Io, sono sincero, lo scempio – non trovo altra parola – di Losanna finora quest’anno l’avevo visto raramente, non uno sprazzo, non un guizzo, Piccoli che è capace di mangiarsi un gol di quel genere, Dzeko che si conferma sempre più fantasma, lento e macchinoso, Richardson a pieno titolo sul podio nel registro delle cazzate… no, dai, così si va da poche parti, senza uno scossone severo e qualche inserimento importante ora a gennaio – Boga? Rovella? Wisniewski? Ma volete farci ridere e farvi ridere dietro? – il baratro è sempre più vicino, e questi continueranno a balbettare sempre peggio, a entrare in campo con la paura, a non reggere un contrasto, a non cercare un contrasto, a non provare un’idea o un movimento a smarcare, a non tirare mai mai mai in porta…

Basta, dai, bile e tristezza e nient’altro. Ci risentiamo domenica sera dopo l’Udinese. Con tanta ma tanta paura di un altro bagno di sangue. Ah già, la Conference va comunque avanti. Ai viola, con il sorteggio del 16 gennaio, toccherà una tra la cipriota Omonia e la polacca Jagellonia. Poi, agli eventuali ottavi, una tra Strasburgo e un’altra polacca, il Rakow di Czestochowa. Con un miracolo, chissà.

LOSANNA (4-3-1-2): Letica; Soppy, Mouanga, Sow, Fofana (86' Abdallah); Sigua (70’ Custodio), Roche, Butler-Oyedeji (79' Poaty); Lekoueiry; Bair, Kana-Biyik (70' Ajdini). A disp.: Castella, Okoh, Traoré, Ndiaye, Bittarelli, Lippo, Lachhab, Franchi. All.: Zeidler.

FIORENTINA (3-5-2): Martinelli; Pongracic, Marì, Viti; Kouadio (dall'83' Dodo), Sohm, Nicolussi Caviglia, Richardson (dal 70' Mandragora), Kouamé (dal 55' Fortini); Dzeko (dal 70' Gudmundsson), Piccoli (dal 70' Kean). A disp.: Lezzerini, De Gea, Ranieri, Comuzzo, Kospo, Fagioli, Parisi. All.: Vanoli

ARBITRO: D'hondt (Belgio); assist. Devillers-Claes, quarto uff. De Cremer; Var Boterberg-Put

MARCATORI: 58' Sigua.

NOTE: ammoniti Lekoueiry (L), Kean, Fortini (F); angoli 7-6 Fiorentina; spettatori 12.500