Divieto di sorpasso per i tir in A1
Non ha lasciato indifferenti il divieto di sorpasso che entrerà presto in vigore per i mezzi pesanti oltre le 12 tonnellate nel tratto dell'autostrada A1 tra Incisa Valdarno e Chiusi.
“La sicurezza stradale è la nostra priorità assoluta, ma il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti su 90 chilometri di A1 ci lascia perplessi: incidenti e congestioni sono da attribuire ad un’Autostrada non adeguata al traffico nel complesso, non ai tir. Per risolvere il problema servono importanti interventi sull’infrastruttura, non restrizioni ai mezzi pesanti”. Così si esprime Mirko Portolano Presidente di CNA Fita Toscana e Toscana Centro Trasporto Merci, relativamente al temporaneo divieto di sorpasso per i mezzi pesanti sull’A1 tra le uscite di Incisa-Reggello e Chiusi-Chianciano Terme, annunciato da Autostrade per l’Italia nella giornata di ieri.
Su questo Fita chiede l’apertura immediata di un tavolo di confronto.
Il provvedimento trova la contrarietà degli autotrasportatori associati a CNA Fita “Non è corretto rispondere a ogni tragedia con restrizioni senza senso per i mezzi pesanti, si tratta solo di scorciatoie pericolose che non aumentano la sicurezza, anzi la indeboliscono”.
Portolano ribadisce quanto la tragedia avvenuta lo scorso 4 agosto nel tratto valdarnese dell’A1, abbia colpito tutti “Siamo profondamente addolorati per quanto accaduto – aggiunge – ma non vogliamo, lo ribadiamo, che questo si riduca alla stigmatizzazione di una categoria, quella degli autotrasportatori, che ogni giorno garantisce la mobilità delle merci garantendo il funzionamento del paese. Anzi proprio grazie al fatto che siamo sulla strada ogni giorno, possiamo offrire un contributo concreto. Chi vive la strada ne conosce le criticità reali: escluderci dal confronto significa rinunciare a una parte essenziale della ricerca di soluzioni”.
La sicurezza passa da investimenti in ammodernamento, manutenzione e gestione intelligente del traffico, non da divieti che, aumentando la congestione, rischiano di impedire agli autisti di rispettare i tempi di guida e di riposo previsti dalla legge, con gravi ripercussioni. Il vero nodo, secondo l’Associazione, è strutturale, come chiarisce ancora il Presidente di CNA Fita Trasporto Merci “E’ impensabile che un’arteria come l’A1, unico collegamento tra il nord e sud della nostra regione, in larga parte non sia stata ancora dotata della terza corsia”. Partendo da queste premesse CNA FITA Toscana chiede l’apertura di un tavolo di confronto tra istituzioni, Autostrade per l’Italia e rappresentanti della categoria, per analizzare i dati che emergeranno dalla sperimentazione e individuare insieme soluzioni concrete e durature.
"È inaccettabile che il mancato completamento della terza corsia sull'A1, un'opera attesa da anni, si traduca ora in misure restrittive che rallentano il trasporto merci e aumentano i costi per le nostre aziende – afferma Alessandro Tarquini, Direttore Generale di Confindustria Toscana Sud - Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di come, invece di intervenire con le infrastrutture necessarie per sostenere la competitività del Paese, vengano imposte soluzioni tampone che ricadono sulle spalle degli operatori economici".
La sospensione della realizzazione della terza corsia e delle opere complementari concordate con Regione ed Enti Locali nel tratto Incisa – Valdarno dell'Autosole e la mancata prosecuzione del progetto fra Valdarno e Valdichiana (già elaborata da anni la fase di Studio di Impatto Ambientale) genera quotidianamente una situazione di congestione cronica e di alta incidentalità. Il divieto di sorpasso, lungi dall'essere una soluzione, si configura come una misura di emergenza che, anziché risolvere il problema alla radice, crea ulteriori intoppi e impatti negativi sui tempi di consegna e sui costi delle merci.
"Chiediamo alle autorità competenti di agire con urgenza per accelerare i lavori di potenziamento dell'infrastruttura autostradale - continua Tarquini – la sicurezza stradale, l’efficienza del sistema produttivo e la sua capacità di competere a livello internazionale, dipendono innanzitutto dalla possibilità di utilizzare infrastrutture adeguate e al passo con i tempi."