Deltaplano a Calenzano sul corteo per Gaza come al Nova Festival
Oggi durante le manifestazioni contro la guerra a Gaza si sono registrati in varie città atti di vandalismo. Alla periferia di Firenze l'assalto ai cancelli della Leonardo e il tentativo di blocco dell’autostrada all’altezza di Calenzano.
Tra l'altro un deltaplano a motore con i colori della pace ha ripetutamente sorvolato il corteo per Gaza suscitando l’entusiasmo dei manifestanti, che scandivano il coro “Palestina libera dal fiume fino al mare”. Tra i partecipanti molti bambini.
"Quanto accaduto a Calenzano lascia sgomenti. Innalzare in volo un deltaplano in una manifestazione filo-palestinese, tra applausi e cori che invocano ‘Palestina libera dal fiume al mare’, non è un gesto folkloristico, ma un richiamo diretto agli attentati terroristici con cui Hamas il 7 ottobre ha massacrato e rapito centinaia di creature innocenti, scendendo anche dal cielo con i deltaplani.Un simile atto non solo offende la memoria delle vittime, ma trasmette un messaggio di esaltazione della violenza.
È dovere di tutti – istituzioni, società civile e forze politiche – prendere le distanze con chiarezza da chi trasforma il terrorismo in spettacolo. Non ci può essere ambiguità: richiamare simboli di morte significa giustificare l’orrore. Firenze e la Toscana meritano ben altri messaggi, fondati sul rispetto e sulla convivenza, non sulla glorificazione del terrorismo" nota Emanuele Cocollini, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Firenze.
"È un fatto gravissimo -dichiara Kishore Bombaci, presidente dell'Associazione Fiorentina Amici di Israele- che abbatte l’ennesima soglia di decenza. In particolare perché con quel gesto si intende richiamare esplicitamente quel massacro, nel quale hanno trovato la morte in maniera atroce centinaia di giovani innocenti, ammazzati, torturati, stuprati e rapiti. E su cui, appunto, molti terroristi di Hamas sono piombati attraverso proprio dei deltaplani a motore.
Siamo di fronte a qualcosa di davvero pericoloso, allo sdoganamento di una simbolica di morte che va oltre l’antisemitismo per diventare qualcosa di più: il riconoscimento della violenza come fattore politico che va a esacerbare una situazione già tesa in tutta Italia e che sembra davvero pronta a esplodere. Si percepisce, infatti, una aggressività a lungo repressa e che adesso trova espressione sui social e nei talk show televisivi, in cui ogni freno inibitorio è caduto e la delegittimazione di chi si oppone alla narrazione pro pal si spinge fino a chiederne l’espulsione dal consesso democratico.
Siamo di fronte evidentemente a un tentativo di innalzare il tiro e tutto questo - continua Bombaci - ci preoccupa moltissimo. Per questo urge che le istituzioni, la politica nel suo complesso e chiunque abbia responsablilità pubbliche, prenda una netta posizione perchè la situazione sta sfuggendo di mano e rischia di avere conseguenze devastanti.
L’Associazione Fiorentina Amici di Israele - conclude Bombaci - invita nuovamente e per l’ennesima volta le istituzioni e la politica tutta a prendere le distanze da questa escalation evitando di cavalcare l’onda pro palestinese e riportando tutto alla ragione e all’equilibrio, prima che sia troppo tardi".
«Difficile credere che questo spettacolo osceno sia stato frutto del caso, e infatti sui social c’è chi ha sùbito colto il riferimento, del resto vulgato, ai parapendii a motore del 7 ottobre, e gioito. Impossibile pensare che questa visione distorta della pace giovi al popolo palestinese, ancora una volta sfruttato per veicolare messaggi d’odio sempre più espliciti, che invitiamo tutte e tutti a condannare in modo inequivocabile. A partire da chi era a Calenzano per fermare la guerra – come chiedono da tempo la maggioranza degli israeliani e la nostra associazione – ed è stato coinvolto nell’ennesima deriva di questi due anni di cortei fiorentini per la Palestina in cui non sono mancate le bandiere di Hezbollah, ma da cui attendiamo ancora il primo cartello contro Hamas» nota Sara Natale Sforni, coordinatrice della sezione fiorentina di Sinistra per Israele – Due Popoli, Due Stati.
"Oggi abbiamo partecipato ai cortei indetti in tutta la Toscana in occasione dello sciopero generale di USB e dalle altre organizzazioni sindacali di base, per essere anche fisicamente al fianco di chi sta rinunciando al proprio salario per dare un segnale al resto del sistema politico, di fronte al massacro portato avanti dallo Stato terrorista di Israele -dichiara Antonella Bundu, candidata Presidente della Giunta Regionale per Toscana Rossa- A Carrara, Livorno (con il blocco del porto fino a mercoledì), Pisa e Calenzano migliaia di persone hanno risposto in modo importante, collegando il tema della Palestina alla militarizzazione del territorio, con insediamenti NATO e interventi che hanno l'obiettivo di rendere la Toscana complice delle politiche di guerra.
La nostra radicale alternativa a chi si mostra ambiguo, o peggio sostenitore, delle politiche israeliane, c'entra con la prossime elezioni, perché la politica deve sempre scegliere da quale parte stare".
"Questa mattina, durante la manifestazione che i sindacati di base che hanno organizzato in occasione dello sciopero generale per Gaza cui hanno aderito in migliaia di persone, un singolo ha strumentalizzato l’iniziativa passando sulla folla con un deltaplano per richiamare l'attacco di Hamas del 7 ottobre: chi ha a cuore il futuro dei palestinesi prende le distanze da chi elogia qualsiasi forma di terrorismo. Chi non lo fa non rappresenta il mondo democratico e pacifista che vogliamo e non rappresenta il Comune di Firenze” così Stefania Collesei, presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali del Comune di Firenze.
"Ringraziamo chi ha scioperato e raggiunto Calenzano, chi ha saltato scuola e attraversato la Città di Firenze, chi è sceso e scenderà in piazza per la Palestina -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Non saranno le sole manifestazioni a far cessare il massacro del popolo palestinese, ma restare fermi renderebbe complici i nostri territori di quanto sta avvenendo dall'altra parte del Mediterraneo.
La Città di Firenze è timida, troppo timida rispetto a quanto sta avvenendo. Una Città operatrice di Pace dovrebbe avere più coraggio, concretezza e radicalità. Continueremo a chiederlo: anche all'interno della seduta odierna, in cui si parlerà del Documento Unico di Programmazione. La pace appare troppo poco. Se c'è chi rinuncia al proprio salario per la solidarietà tra i popoli, come minimo il Comune dovrebbe interrompere le relazioni economiche con tutte le società coinvolte con il sostegno, diretto o indiretto, al Governo Netanyahu. Ci chiediamo quanto tempo inoltre debba ancora passare, prima di dare la cittadinanza onoraria, o un riconoscimento pubblico a Francesca Albanese? La nostra risoluzione giace negli uffici, in attesa di poter essere discussa".