Dazi Usa, sospiro di sollievo a metà

Redazione Nove da Firenze

Firenze, 28 luglio 2025 - "Dovremmo essere così bravi da rendere le nostre eccellenze ancora più oggetto del desiderio americano. La qualità pagherà ma non nego che siamo preoccupati per i contraccolpi che potranno avere sulle nostre imprese”. A commentare l’effetto dazi sulle imprese regionali è Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Toscana e presidente di Confindustria Toscana Centro e Costa.

“Avevamo dazi intorno al 5% e saranno triplicati al 15%; e a questi si sommeranno anche i dazi occulti dovuti dall’impatto della svalutazione del dollaro che potrebbero essere anche più alti dei dazi stessi. Come possiamo non temerne gli effetti, per imprese già penalizzate da caro energia, cambiamento consumi e penalità infrastrutturali di parte del territorio regionale”, prosegue Bigazzi.

“Siamo una regione vocata all’export – prosegue il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi-. Basti pensare che siamo al terzo posto nella graduatoria nazionale per export verso gli Usa dopo Lombardia ed Emilia Romagna. La sola Toscana copre il 16% del totale italiano venduto negli USA”.

“Vedremo i dettagli e la decisione definitiva - – conclude Bigazzi -, perché i timori per la tenuta economica e sociale delle imprese toscane che ne saranno colpite ci sono e sono tanti, anche per eventuali ricadute occupazionali”.

"Se confermato, il dazio del 15% avrebbe un impatto molto pesante per il nostro comparto. Non possiamo nascondere la preoccupazione”.

A dirlo è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, in relazione all’accordo commerciale siglato ieri tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che prevede nuovi dazi al 15%.“In questo momento - spiega Busi - dobbiamo stringere i denti e attendere di capire esattamente che cosa sia stato deciso: le notizie che arrivano sono frammentarie e servirà analizzare bene i dispositivi ufficiali e le modalità di applicazione”.“Dalla prima lettura sembra che l’Europa abbia rinunciato a gran parte delle sue richieste. L’unica nota positiva che viene evidenziata oggi è che si era parlato di un possibile dazio al 30% e che quindi, in confronto, il 15% è una riduzione. Ma resta comunque un impatto pesante per le nostre aziende e per l’export del vino italiano”, conclude il presidente del Consorzio Vino Chianti.

"L'accordo sui dazi al 15% tra UE e Usa rappresenta una sfida importante, ma non insormontabile. Servono però misure concrete e immediate. Perché non destinare parte dei fondi del PNRR o dell'OCM Vino a un piano straordinario di sostegno alle esportazioni verso gli USA? Sarebbe un segnale forte di responsabilità e visione", dichiara Edoardo Freddi, CEO di Edoardo Freddi International, tra i principali esportatori di vino italiano nel mondo, commentando le ultime novità sul fronte dazi.

"In questo momento serve uno sforzo corale: produttori, istituzioni e importatori devono fare fronte comune. Dobbiamo supportare chi è sul mercato, chi ogni giorno promuove e vende il vino italiano oltreoceano, perché senza di loro non esistiamo nemmeno noi. Nel frattempo, dobbiamo stare vicini ai clienti americani, più che mai. Un dazio del 15% è pesante, certamente. Ma non è la fine del mondo. È un ostacolo superabile, se ci presentiamo uniti, flessibili, pronti ad adattarci. Il vero nodo oggi è il cambio, che penalizza fortemente le nostre esportazioni.

Ma passerà. La tempesta si placherà, e dobbiamo farci trovare pronti, solidi, presenti. Non possiamo fermarci. È il momento di raddoppiare gli sforzi e andare avanti, con intelligenza e determinazione",  conclude Edoardo Freddi, CEO di Edoardo Freddi International.