Concerie e pelletterie di Toscana: lavoro, prodotti e consigli utili

Antonio Lenoci

La pelletteria fa parte della storia della Toscana e ne traina ancora oggi l'economia: 5241 aziende nel comparto pelli, cuoio e calzature con oltre 41 mila addetti. Una esportazione che vale 10 miliardi di euro. I grandi marchi si affidano da anni al distretto che dalle concerie arriva al prodotto finito, ma tante realtà più piccole, anche di altre nazioni, sono sempre più interessate a reperire pelle ed accessori di alta qualità. Pensiamo ad un qualsiasi prodotto di pelle di uso quotidiano. Fatto? Non c'è solo pelle.

L'Unione Nazionale Industria Conciaria dichiara che negli ultimi 10 anni le aziende italiane hanno ridotto il consumo idrico e l'uso di solventi così come il consumo energetico e la pelletteria non è andata in crisi economica, lo è invece il settore formativo, il prodotto interno di risorse umane. Dove sono i conciatori e i pellettieri?Alla Fortezza da Basso apre oggi una tre giorni dedicata alla pelle toscana e qual è l'obiettivo principale oltre a mettere in mostra il know how aziendale, macchinari compresi? La formazione.

"Ci rivolgiamo ai giovani ed alle scuole per far capire com'è e cosa vuol dire lavorare nel nostro settore" spiega David Rulli presidente della rete di imprese che compongono Pellepiù: B&G Srl, Colzi Srl, Del Vecchia Spa, Tripel Due Srl, Toscoval Srl, Pelletterie Giancarlo Srl, Pelletterie Happening Srl, BB Spa ed Orlandi Daniele. Concerie, produttori di macchinari per la tecnologia applicata alle lavorazioni e laboratori del prodotto finito si sono dati appuntamento alla Polveriera, ed ai Padiglioni Nazioni e Ronda all'interno del Polo fieristico toscano "Quando qualche mese fa a Santa Croce sull'Arno - spiega il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani - dissi che sarebbe stato giusto mettere in mostra il settore portandolo nel capoluogo e nello specifico alla Fortezza, qualcuno era dubbioso.

Vedo oggi che un gruppo di imprese hanno sposato questo mio pensiero ed è bene, perché la Regione intende investire molto sulla Fortezza affinché torni ad essere una vetrina per il nostro prodotto. Questo è comprovato dall'attenzione che poniamo in questi giorni ai curriculum sottoposti per la scelta del consigliere di Firenze Fiera che spetta alla Regione e dal sopralluogo che la Commissione controllo effettuerà in Fortezza a fine maggio".Ci sono aziende che lavorano per le grandi griffe, ma anche quelle minori e indipendenti che creano elementi di decoro o di completamento come le borchie o le fibbie per cinture, le cerniere e bottoni per borse e portafogli, gli inserti in stoffa che andranno incollati o cuciti alla pelle, tutti prodotti artigianali che richiedono un grande investimento. Massimo Messeri, presidente di Confindustria Firenze, punta il dito sulla lotta alla contraffazione "E' frustrante per i nostri imprenditori concorrere con un mercato che viaggia all'ombra della legalità, per questo le nostre forze si devono concentrare soprattutto sui controlli e la prevenzione".A mettere in evidenza alcune criticità è il sindaco di Scandicci Sandro Fallani che all'apertura dell'inedita manifestazione porta i saluti di Dario Nardella e punta il dito sulla Città Metropolitana "Dobbiamo fare tutti un passo indietro per farne tre avanti - dichiara - ad esempio cercando di avere un unico sportello delle attività produtti ed una gestione unica delle occasioni promozionali.

Al tempo stesso l'alternanza scuola lavoro deve essere un obiettivo irrinunciabile, il nostro primo traguardo. Dobbiamo cancellare dalla nostra cultura la brutta idea che "Visto che non vuoi studiare vai in pelletteria" e farlo diventare "Studia per andare in pelletteria" perché senza la formazione non possiamo far crescere la nostra comunità". Tra gli oltre 50 espositori spiccano, è vero, molti macchinari a controllo numerico dotati di laser e ricostruttori 3D, che però sono stati ideati ed assemblati da ingegneri meccanici ed elettronici ed anche il tecnico che interviene con le pinze quando la cucitrice si inceppa o l'altro, cassetta degli attrezzi alla mano, impegnato a fare ripartire il rullo della puntellatrice. Ad accoglierci ed aprirci gli occhi all'interno di un laboratorio artigianale è Alessia Bargiacchi di Pelletterie Giancarlo.

Giancarlo è il nonno di Alessia, che oggi assieme al padre, la madre ed il fratello prosegue il mestiere all'interno di una azienda a gestione familiare.Alessia tu sei l'esempio vivente della successione artigianale? "Fin da piccoli siamo stati portati sul posto di lavoro e quindi io e mio fratello siamo cresciuti in fabbrica appassionandoci ai prodotti - racconta mentre ci accompagna attraverso le fasi di lovarazione - forse il segreto è che, nonostante le nuove tecnologie, la creatività e l'opera manuale non mancano, quindi ci sono grandi prospettive per una crescita personale e professionale".La pelletteria è la nostra economia, ed allora come nasce un portafoglio? "Tutto inizia con la pelle che viene selezionata e posizionata sotto al laser che provvederà al taglio cercando di salvaguardare nei punti che resteranno "a vista" la qualità migliore.

I tagli vengono prima portati al giusto spessore e poi rifiniti prima di essere incollati a spruzzo o cuciti a macchina. L'inserimento di cerniere e bottoni richiede particolare precisione nella preparazione dei contorni, mentre la presentazione della qualità d'insieme è affidata alle mani del personale sartoriale, ultimo step prima del confezionamento".Alessia ci regala un consiglio utile "Dovete sapere che nel caso di un portafogli l'inserto per le carte di credito è il vero certificato di qualità del prodotto, richiede infatti una lavorazione a parte.

La regolarità delle tasche, il fatto che siano tutte uguali e ben rifinite denota l'attenzione e la cura che rappresentano l'intera produzione".La Toscana è ricca, basta darsi una mano.. d'opera.