Cinema: In anteprima a France Odeon “il medico di campagna”

Alessandro Lazzeri

La qualità del cinema francese contemporaneo è ben esemplata dal film del giovane regista Thomas Lilti. Il medico di campagna (médicin de campagne) è la storia di un medico (François Cluzet)su cui tutti gli abitanti di un piccolo borgo di campagna possono contare. Il dottor Jean-Pierre Werner è per i suoi pazienti medico e confidente. E' non soltanto l'uomo che cura, ma anche quello che partecipa totalmente alla comunità dove vive. Jean Pierre è ,purtroppo a sua volta gravemente malato e accetta malvolentieri l'aiuto di Nathalie (Marianne Denicourt)che esercita la professione da poco tempo e ha lasciato l'ospedale, dove lavorava per affiancarlo.

L'arrivo della dottoressa mette in crisi il dottor Werner che si ritiene insostituibile e, quasi, dimentica la sua malattia, nell'esercitare la sua professione al servizio degli altri. Per lui che è malato e non vuole che si sappia in giro, la donna è sentita come un pericolo, ma la diffidenza iniziale non dura a lungo. Werner si rende conto che Nathalie possiede una serie di competenze e prende coscienza che potrebbe aver bisogno di lei. Ben presto i due riusciranno a comprendersi e a operare in pieno accordo.

Il film offre diversi livelli di lettura. Un livello realista, uno sguardo sociale e una trama molto romanzesca. Il regista riesce in qualche modo a evidenziare le carenze del servizio sanitario pubblico, senza fare un film a tesi, ma inserendo la storia in un contesto credibile. In qualche modo Lilti costruisce una storia con uno sguardo attento all'emergere di alcune problematiche relative alla sanità. Un film che pone problemi e interrogativi, quali il concetto di eguaglianza rispetto alle cure mediche o il diritto di morire a casa propria, senza mai cadere in una retorica buonista.

Un film ben diretto e anche politico come ha dichiarato il regista nel corso della presentazione alla stampa: ”Probabilmente in me c'è anche la volontà di far rivivere la dimensione politica e sociale dei film degli anni Settanta-Ottanta che oggi mi sembra manchi nel cinema popolare francese. In fondo, mi piace raccontare delle storie sentimentali all'interno di un universo documentato e realista. Ed è esattamente il confronto tra questi due elementi che mi fornisce la materia e l'ispirazione per fare dei film.”