Cassa integrazione: necrologi shock di CasaPound davanti alle sedi INPS

Redazione Nove da Firenze

L'altra notte i militanti di Casapound hanno affisso falsi annunci mortuari in gran parte delle sedi Inps d’Italia. I manifesti funebri affissi anche davanti alla sede fiorentina di viale Belfiore. L'intento è denunciare la morte dell’economia italiana e di migliaia di piccoli imprenditori, messi in ginocchio dai disservizi e dai ritardi degli aiuti statali da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

“L’INPS - spiega in una nota alla stampa CasaPound - dovrebbe essere l’ente pubblico di maggior sostegno ai lavoratori e agli imprenditori in questo momento di profonda recessione. E invece non soltanto si è fatta trovare impreparata a fronteggiare l’emergenza ma addirittura ha aggravato una situazione già critica. Da un lato con i disservizi telematici, dall’altro con la lentezza nella lavorazione delle pratiche che non ha ancora consentito a centinaia di migliaia di cittadini di riscuotere la cassa integrazione e i vari bonus di sostegno al reddito”. “Non ci sono stati soltanto ritardi ingiustificabili nell’erogazione dei soldi - prosegue Cpi - ma addirittura le imprese che hanno anticipato la cassa integrazione sono ancora in attesa della necessaria autorizzazione per compensare quanto già pagato con i contributi da versare.

Insomma, l’INPS, non contenta di essere in ritardo nei pagamenti, ha addirittura messo i bastoni tra le ruote anche a coloro che, per venire incontro ai propri dipendenti, hanno messo di tasca propria quanto avrebbe dovuto corrispondere lo Stato”. “L’Istituto di Previdenza - conclude la nota di CasaPound - come qualsiasi pubblica amministrazione che si rispetti, dovrebbe essere la cinghia di trasmissione delle decisioni politiche, e invece si è contraddistinto soltanto per le sortite inopportune del suo Presidente Tridico, che ha definito pigri e opportunisti gli imprenditori che, dopo il lockdown, facevano fatica a riaprire la propria attività.

Per questi motivi abbiamo deciso di protestare davanti a un Istituto che per oltre cento anni ha assicurato serenità agli italiani e che, negli ultimi tempi, si sta trasformando in un baraccone indecente”.

“E’ la solita tattica con cui cercano di attizzare l’odio dei lavoratori contro altri lavoratori, creando confusione e tensione sociale, a tutto vantaggio delle classi dominanti di cui i fascisti sono ascari -ribatte la Confederazione USB- Durante l’emergenza sanitaria i lavoratori dell’Inps hanno fatto fronte in modo straordinario a una mole di lavoro enorme, garantendo il pagamento delle prestazioni sociali alle categorie più deboli.

Molti hanno lavorato durante la quarantena ad ogni ora del giorno e della notte, anche nei giorni festivi e in mezzo alle difficoltà di uno smart working emergenziale, che personaggi senza pudore e senza onestà intellettuale come Pietro Ichino si sono permessi di definire vacanza.Le disfunzioni, pochissime, che ci si sono state sono da addebitare all’astrusità delle norme e ad errori compiuti da alcune aziende nella compilazione delle richieste.I lavoratori dell’Inps sono stati e continuano a essere un baluardo per lo stato sociale del nostro paese.

Non possiamo accettare ignobili attacchi e strumentalizzazioni politiche. All’amministrazione chiediamo di attivarsi in ogni modo, a partire da una corretta campagna informativa sul grande lavoro svolto dall’Inps e dalla puntuale denuncia alla magistratura dei responsabili dell’atto intimidatorio in tutte le sedi in cui sono avvenute le affissioni. Ricordiamo che la Costituzione prevede lo scioglimento e la chiusura delle sedi di associazioni e partiti che si macchiano di apologia di fascismo o di ricostituzione sotto mentite spoglie del partito fascista.

Difendiamo lo stato sociale. Difendiamo la democrazia. Difendiamo l’Inps”.